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Che fare del Sant’Antonio Abate di Gallarate? Ora anche la maggioranza ha una sua proposta

Nel senso che c'è un nuovo documento da portare in consiglio comunale. Che si affianca a quello presentato dalle opposizioni che insistono per una presa di posizione sul tema. A fine luglio la seduta

ospedale di gallarate

A Gallarate, nel cuore dell’estate, si tornerà a discutere di ospedale in consiglio comunale. Con una novità: dopo la proposta di presa di posizione avanzata dalle minoranze, adesso c’è anche un documento della maggioranza sul tema.
Che riapre il dibattito: si riuscirà a trovare una posizione comune a tutte le forze politiche come già due anni fa? O rimarrà il muro-contro-muro?

Settimana scorsa le diverse forze di minoranza (Pd, Città è Vita, Obbiettivo Comune Gallarate, Più Gallarate, Lista Silvestrini) hanno presentato la richiesta di convocazione del consiglio comunale, che dovrà essere convocato nei tempi previsti dal regolamento e cioè – fatti due calcoli – entro il 31 luglio. Le opposizioni chiedono di discutere la mozione presentata da Massimo Gnocchi, di Obbiettivo Comune Gallarate, che riguarda appunto il destino del Sant’Antonio Abate e le garanzie da ottenere da Regione e Asst sul tema.

Quanto invece al documento del centrodestra, se ne parla da alcune settimane. Un percorso parallelo, sollecitato da una parte della maggioranza. E ora c’è anche il testo, anticipato dal quotidiano La Prealpina che ha potuto visionarlo, almeno nella formulazione attuale.

Il documento, dopo una premessa, parla di «doppia vocazione» dell’area del Sant’Antonio Abate, come «luogo aperto a tutte le istanze che afferiscono alla assistenza sanitaria territoriale, alla assistenza socio-sanitaria, alla assistenza sociale del territorio di riferimento» e come «ambito di rigenerazione urbana dove, in considerazione delle dimensioni e della collocazione nel Centro cittadino, possano trovare spazio nuove forme abitative e residenziali, spazi commerciali, aree verdi, nonché spazi ad uso didattico/formativo». Tiene cioè insieme sia la funzione sanitaria sia la rigenerazione urbana.

Generico 2018

Il documento poi prenderebbe atto delle proposte di Casa di Comunità Hub nello stabile di Corso Leonardo da Vinci e della Casa di Comunità Spoke nello stabile di Villa Sironi (tra via Pastori e corso Da Vinci mentre definisce «non percorribile né idonea la collocazione del previsto Ospedale di Comunità nel Padiglione Boito che, oltre ad essere gravato da vincoli imposti per la sua natura di architettura storica e di pregio, risulta essere mancante dei requisiti strutturali, tecnologici, antisismici». Per questo come collocazione alternativa per  l’Ospedale di Comunità viene proposta l’Ala Est del Padiglione Polimedico (via Bonomi) o il Padiglione Trotti Maino. «Il Padiglione Boito potrebbe più realisticamente essere destinato ad un utilizzo come Spazio Museale, sede di Associazioni del terzo settore attive in ambito sanitario, spazi con funzioni Didattico/Formative».

Viene anche fatta l’ipotesi di installare qui un Centro Diurno Disabili, che attualmente verrebbe invece chiuso a partire dal 2026, come emerso nel dibattito in aula nei mesi scorsi (su cui, nella maggioranza, si era fatta sentire come voce critica Forza Italia).

E infine viene immaginato anche che nel “Palazzo Maino” , l’edificio del 1928 che affaccia su largo Boito, il possibile insediamento di un «ITS Nuove Tecnologie per la vita».

Poi c’è il destino delle altre aree, per cui si immaginano nuove funzioni d’iniziativa privata ma connesse alla vocazione socio-sanitaria, ad esempio con l’insediamento di nuove Residenze Socio-Assistenziali per star dietro alla domanda di una popolazione che invecchia.
E anche il documento di maggioranza si pone il problema del recupero credibile e in tempi ragionevoli: «Chiediamo che l’importo derivante dai prevedibili e probabili ribassi d’asta per la realizzazione del Nuovo Ospedale, venga totalmente destinato a tali opere di bonifica dei sedimi degli attuali Ospedali di Gallarate e Busto Arsizio», per evitare il “rischio Legnano”, vale a dire lunghi anni di abbandono delle aree dismesse.

La proposta di maggioranza sarebbe presentata come mozione.
E a questo punto si andrebbe al prossimo consiglio comunale con due diverse mozioni: i due testi sono piuttosto diversi, bisognerà vedere se verranno votate separatamente o se invece ci sarà un dialogo per cercare un testo condiviso.
L’ipotesi è che il consiglio venga convocato per il 31 luglio.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Luglio 2024
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