Con il nuovo sistema di raccolta rifiuti a Busto Arsizio non è andato tutto bene. Agesp studia nuove strategie
L'introduzione del sacco con il chip per il rifiuto secco ha fatto emergere un buon numero di irreogolarità con la fine del periodo transitorio. Arriveranno le sanzioni ma anche le istruzioni in 5 lingue
Dal 1° luglio a Busto Arsizio è finito il periodo transitorio per il passaggio al nuovo sistema della tariffa puntuale che ha introdotto il sacco azzurro col chip, al posto di quello viola, per i rifiuti indifferenziati e le cose in città non sono andate benissimo.
In molti in questi giorni stanno postando foto sui social che ritraggono sacchi non conformi non ritirati dagli operatori di Agesp e cestini pubblici riempiti di rifiuti. D’ora in poi, infatti, gli operatori ecologici non ritireranno più i sacchi che non rispettano le regole introdotte gradualmente nei mesi scorsi.
Proprio per questo Agesp e amministrazione stanno studiando una strategia congiunta con l’ufficio ecologia e il comando di Polizia Locale. Sostanzialmente verranno introdotte le sanzioni. Proprio questa sera, lunedì, si è svolta una riunione per fare il punto della situazione ad una settimana dalla chiusura del periodo transitorio
Quello che ne è emerso è la presa d’atto di diverse situazioni di irregolarità domestiche e non domestiche tra chi continuava ad usare il sacco viola e chi ha provato ad utilizzare sacchi azzurri tarocchi (non taggati) nella speranza di gabbare l’occhio attento dei netturbini. A questi problemi si aggiunge, inoltre, un periodo di carenza di personale tra infortuni, malattie e ferie programmate che hanno creato qualche ritardo sui ritiri dei sacchi. Aumentano, effettivamente, anche i cestini pubblici riempiti.
Insomma il nuovo sistema ha fatto emergere quella zona grigia di cittadini che stanno facendo fatica a digerire il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti per diversi motivi. Tra questi c’è con molta probabilità anche qualche straniero che, per diversi motivi, non si è ancora adeguato e per questo Agesp ha già predisposto un vocabolario dei rifiuti in cinque lingue (tra le quali anche l’arabo e il cinese) sul sito e sta traducendo anche i video per i social che saranno resi disponibili a breve sui canali dell’azienda.
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