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Due di due, consigli di lettura indipendenti del libraio di Librando Gallarate

Matteo Brandolini, il libraio di Librando, vi proporrà in contemporanea un romanzo italiano e uno internazionale, che abbiano qualcosa in comune nella trama, nell’ambientazione o nelle tematiche. Perché anche con i libri è importante poter scegliere

Due di due, Librando Gallarate

In questa nuova rubrica i consigli di lettura vanno in coppia, perché (anche con i libri) è importante poter scegliere. Di volta in volta Matteo Brandolini, il libraio di Librando, vi proporrà in contemporanea un romanzo italiano e uno internazionale, che abbiano qualcosa in comune nella trama, nell’ambientazione o nelle tematiche. L’invito poi, se possibile, è a leggerli entrambi, per vederli dialogare e allo stesso tempo differenziarsi in mille direzioni.

L’essere umano, un po’ come un albero in una foresta, è abituato a mettere radici. Siamo profondamente legati al luogo che chiamiamo casa e abbandonarlo è per noi una sofferenza. Gli autori dei due romanzi di cui parliamo oggi hanno esplorato questa sofferenza, ma soprattutto hanno voluto parlarci delle cause, reali e concrete, che negli ultimi anni e nel prossimo futuro, hanno costretto e potrebbero costringere migliaia di persone ad abbandonare la propria terra d’origine.

“L’ultima foresta” di Mauro Garofalo

Edito da Aboca nel 2023, nella collana “Il bosco degli scrittori”, all’interno della quale diversi autori tentano di raccontare il mondo a partire dalle caratteristiche di un determinato albero.

E questa storia ha la sua origine proprio in una foresta, situata al confine tra Polonia e Bielorussia. L’autore immagina un mondo a pochi anni di distanza dal nostro, intorno al 2050, in cui fenomeni climatici estremi hanno messo in ginocchio la produzione agricola di vaste zone dell’Europa e hanno di conseguenza stravolto la vita sociale sul continente. Il fenomeno della migrazione climatica è divenuto drammatica realtà anche qui da noi.

Il romanzo di Mauro Garofalo è caratterizzato da una scrittura profondamente legata al mondo naturale, che si fa poetica quanto più si avvicina ai rami, ai frutti e alle radici che percorrono il sottosuolo e diviene invece cruda e quasi frammentaria quando concede spazio alla dilagante crudeltà umana.

Seguiamo le vicende di una famiglia di contadini che ha appena perso la terra e la propria abitazione a seguito di una devastante alluvione. Marito e moglie, insieme a tre figli sono costretti ad abbandonare la propria casa e a spostarsi da un campo profughi all’altro. Sono abbandonati a sé stessi, nessuno è interessato alla loro sopravvivenza.

Non sono però gli unici protagonisti di questa storia. La natura prende di frequente il sopravvento e, se l’essere umano perde la propria dignità pagina dopo pagina, gli animali sembrano invece essere sempre più umanizzati. Mamma orsa è stata separata dai suoi cuccioli da un gruppo di cacciatori senza scrupoli e ora percorre i boschi, addolorata, in cerca di vendetta. Un branco di lupi si stringe intorno alla propria guida, un lupo grigio che ha fiutato l’odore della famiglia protagonista (e soprattutto dei bambini, dei cuccioli).

In meno di duecento pagine, Mauro Garofalo riesce a farci comprendere che, una volta abbandonata la nostra casa, non sapremo dove trovare un nuovo porto sicuro, nessuno (o quasi) ci tenderà una mano benevola. La natura riconquisterà i propri spazi.

“Quando migrano, gli uccelli sanno dove andare” di Usama Al Shahmami

Edito da Marcos y Marcos nel 2024

E’ la voce di un poeta arabo costretto ad abbandonare la propria terra. Pur non essendo del tutto autobiografico, è certamente molto aderente alla storia personale dell’autore, fuggito dall’Iraq di Saddam Hussein anche a causa di una pièce teatrale composta ancora da giovane studente universitario.

Rifugiatosi in Svizzera, l’autore (come pure il protagonista del romanzo) impara il tedesco per facilitare un’inclusione che pare quasi impossibile. Apprendere la lingua significa potersi sentire a casa, almeno in parte.

Una volta abbandonato il paese d’origine, Dafer (questo il nome del protagonista) cerca un appiglio nella poesia, la principale causa del suo esilio, eppure unica possibilità per non essere trascinato via dalla bufera dell’odio e dell’esclusione.

Quando, dopo anni, si presenta l’occasione di tornare in visita presso la propria famiglia (non senza grandi paure e pericoli), scopre di essere ormai divenuto un estraneo, di non avere più una casa neppure lì.

Saddam gliel’ha tolta per sempre, così come ha fatto con gli uccelli migratori del titolo. Sì, perché in Iraq meridionale (scopriamo) ci si poteva imbattere in numerose paludi, habitat naturale di molte specie di volatili. Le paludi fungevano però anche da rifugio per centinaia di ribelli al regime, e di conseguenza vennero bonificate.

Gli uccelli continuano però a tornare ogni primavera e le loro grida di dolore si alzano altissime quando non trovano la loro casa.

Quello di Usama Al Shahmani è un romanzo di grande dolore, poesia e sorprendente apertura verso il mondo e i rapporti umani. Insegna ad aggrapparci alle parole e alle camminate nei boschi, al fresco, anche da soli se gli amici sono troppo pigri o occupati per accompagnarci.

Vuole dirci però, soprattutto, di imparare a conoscere casa propria, le proprie sorelle e i genitori, gli amici. C’è chi non desidera altro che portarceli via.

Librando – libri in movimento
Corso Sempione 11, Gallarate

Orari di apertura
Lunedì dall 14-.30 alle 19 .45
Da martedì a sbato dalle 8.00 alle 19.45
Domenica chiuso

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