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Gli sgomberati finiscono in strada. “Noi lì dentro pagavamo l’affitto”

Sotto le tende allestite dalla Croce Rossa intorno al palazzo via Torino ci sono famiglie rimaste senza casa dopo lo sgombero annunciato. "Perché paghiamo noi in questa storia?"

Sgombero in via Torino a Gallarate

Alle 12:30 ci sono 31,5 gradi e nella viuzza dietro la biblioteca di Gallarate, sotto le tende, gli operatori della Croce Rossa distribuiscono ancora acqua per le famiglie sgomberate dal palazzo di via Torino 8, rimaste in strada.

La Croce Rossa è qui per adempiere al suo compito istituzionale di assistenza umanitaria, ma si ritrova anche fare da “front office”, a gestire la rabbia e la preoccupazione di persone che hanno alle spalle una storia ingarbugliata.

Alcuni degli abitanti del palazzo di via Torino 8 ne sono andati subito, erano quelli che non avevano grandi legami con la zona. Ma altre sono famiglie che in quel palazzo vivevano da tempo, pagando l’affitto alle società che possedevano il grosso del palazzo e che per anni poi non hanno pagato le spese condominiali e hanno lasciato decadere l’immobile.

«Io ho sempre pagato con il bonifico» dice uno degli sgomberati. «Sono qui dal 2021, io pagavo 400, con le spese condominiali arrivavo oltre 500».

«Ho un contratto da otto anni, 600 euro di affitto, con il condominio 750. Eravamo in tre: non avevamo problemi a pagare, abbiamo un lavoro» aggiunge una signora nigeriana, seduta a fianco dell’affaticata zia che deve fare anche dialisi.

Sotto le tende della Croce Rossa a mezzogiorno e mezza ci sono alcune famiglie, i bambini giocano sulle panche, incuranti di una certa agitazione dei genitori, a contatto con gli operatori della CRI, che sono l’unica istituzione che “fronteggia” le loro preoccupazioni.

Linea dura del Comune: “Non si capisce che aiuto vogliano”

«Alcune famiglie avevano già caricato un furgone e se ne stavano andando, poi hanno visto la Croce Rossa che dava viveri e faceva giochi  si sono fermati», dice il sindaco Andrea Cassani, quando chiamiamo l’assessora al sociale Chiara Allai per fare il punto su quanto sta accadendo.

Sindaco, di quante persone e quanti minori parliamo?
«Sette nuclei con venti-venticinque persone, dobbiamo ancora capire quanti minori».

Cassani sottolinea la linea dura del Comune verso gli sgomberati: «Finalmente ci hanno portando le loro dichiarazione Isee: qui ci sono famiglie che hanno anche due lavori quindi non si capisce quali aiuti dovrebbero avere dal Comune. Tanti addirittura avevano già partecipato anche ai bandi per alloggi popolari ma non avevano requisiti», dice il sindaco.

Gli sgomberati: “Difficile trovare un’altra casa”

Chi è oggi in strada non nega di avere un reddito ma sottolinea la situazione in cui si sono trovati: «Noi siamo in grado di pagare ma dobbiamo trovare un’altra casa, non è facile» dice uno degli sgomberati, che lamentano la difficoltà di accedere però al mercato libero oggi.

Va ricordato che lo stabile di via Torino 8 è stato sgomberato a seguito di una ordinanza emessa dal Comune nel novembre scorso, che ha dichiarato la struttura inagibile per ragioni igienico-sanitarie.
Da anni tre grandi società milanesi proprietarie del grosso degli appartamenti non pagavano le spese condominiali e questo aveva bloccato la necessaria manutenzione, con successivo, progressivo degrado.

Nel frattempo tanti degli abitanti sgomberati oggi dicono di aver pagato l’affitto per mesi o anni. Certo le condizioni del palazzo erano sempre peggiori, non lo si scopre oggi, ma gli abitanti (almeno quelli che li vivevano da tempo) si sentono vittime di una ingiustizia: «Invece di punire chi ha fatto questo hanno scacciato noi».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Luglio 2024
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