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Il sindaco di Cassano e la rottura con Sieco: “Cerchiamo accordo con il buonsenso, non con gli avvocati”

La rottura definitiva suona un po' inattesa, ma Ottaviani dice che si attendeva una decisione e rimanda la responsabilità agli altri sindaci. "Io troppo pignolo? Mi sono comportato da buon padre di famiglia scrupoloso". Ora la trattativa sul servizio nei prossimi mesi

Pietro Ottaviani Cassano Magnago

Finisce il mese di luglio e Cassano Magnago si ritrova fuori dalla Sieco, la società di igiene ambientale che garantisce raccolta rifiuti e altri servizi. E ora che succederà?

Lo scontro è ormai di mesi, la decisione arriva dopo un ultimatum degli altri sindaci, presentatisi fin in consiglio comunale a Villa Oliva, un passo pressoché mai visto, nelle relazioni tra Comuni soci di un’azienda pubblica.
«Per certi versi mi aspettavo finisse così» dice il sindaco di Cassano Magnago Pietro Ottaviani, che proprio in questa settimana si sta godendo l’ultima settimana di ferie, ma ovviamente non è disconnesso da quanto si vive a Cassano in queste ore.

«Al di là della promessa che avevo fatto al Prefetto, io ce l’ho messa tutta per rimanere dentro, certo ho dettato delle condizioni. D’altra parte ho sempre visto resistenza, forse per non cambiare lo status quo. Ormai visto l’atteggiamento nei confronti di Cassano Magnago un po’ sì, me l’aspettavo».

Però sono mesi che veniva chiesto di arrivare a definire il quadro sull’affidamento del servizio…
«Alcuni documenti che avevo già chiesto a ottobre sono arrivati adesso dopo la riunione con il Prefetto, al di là di quello che dicono gli amministratori (che hanno diramato una lunga nota, ndr)». Ma ad esempio che cosa non era così chiaro? «Ho chiesto ad esempio di avere il Piano Economico-Finanziario degli altri Comuni, mai avuti. Poi quando cala la fiducia si cercano i peli nell’uovo. Ma sono dispiaciuto, ora si dovrà seguire l’evolversi per quanto riguarda i servizi».

Ecco appunto: dopo questa rottura definitiva capitata nel cuore dell’estate, cosa succede ora?
«L’importante è garantire il servizio, capiremo se ci saranno aumenti rispetto alle richieste. Spero che il buonsenso e non gli avvocati trovino accordi».

Poi in prospettiva c’è la gara d’appalto per affidare il servizio, giusto?
«A questo punto andremo a gara, sì. Io non ho mai detto di voler uscire dalla Sieco, ed era vero. Ho garantito che non ho mai bussato ad altre parti, ed era vero. Ora si tratta di capire con altri che condizioni si possono trovare».

La Sieco, la società dell’igiene urbana, “espelle” Cassano Magnago

Al di là di tutto, si respira un po’ un momento inatteso. Non avete – per così dire –  tirato troppo la corda senza attendervi la possibilità di una rottura?

«No, il mio ragionamento è stato questo: se ti dico di vedere le percorrenze dei mezzi, se chiedo quanti cestini mi svuoti, se chiedo puntualizzazioni su questo e mi sento dire che il capitolato è lo stesso per tutti, posso dire che ho agito perché volevo introdurre elementi utili per verificare i servizi. Troppo pignolo? Ho tirato troppo la corda? Io mi sono comportato da buon padre di famiglia scrupoloso».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Luglio 2024
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