In più di 200 alla pastasciutta antifascista organizzata dal coordinamento ANPI del Castanese
Anche nel Castanese è tornato l'appuntamento con la pastasciutta antifascista, in ricordo di quella offerta dopo la caduta del fascismo dai fratelli Cervi
Il Castanese a tavola per la pastasciutta antifascista. Oltre 200 persone si sono ritrovate a Vanzaghello con le sezioni ANPI di Casorezzo, Castano Primo, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Turbigo, Vanzaghello e Buscate per la storica pastasciutta dei fratelli Cervi, preceduta dalla presentazione del libro “La pastasciutta dei Cervi” di Marco Cerri e seguita dal concerto della Balcon Band.
È il 25 luglio 1943. Il gran consiglio del fascismo, che non si riunisce dal 1939, approva l’ordine del giorno presentato da Dino Grandi che prevede la sfiducia a Benito Mussolini: dopo 21 anni, in Italia finisce il governo del partito fascista e il re sceglie il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio come nuovo capo del governo. I Cervi, contadini e antifascisti, sono al lavoro nei campi e non vengono subito a sapere della caduta di Mussolini, ma tornando a casa vedono le persone in festa. Sanno bene che la guerra non è finita, ma decidono comunque di festeggiare.
«Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta – si legge nell’archivio dell’Istituto Alcide Cervi -. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta».
Quella pastasciutta, poi, è diventata un simbolo della Resistenza antifascista, celebrato ancora oggi in tutta Italia.
In 400 alla pastasciutta antifascista con le sezioni ANPI del Legnanese
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