Truffati e sfollati, scontro sui bambini nelle brande a Gallarate
Il sindaco: "Lo sapevano da mesi". Opposizione critica sulla gestione dello sgombero: "Truffati da imprenditori italiani e mandati in una palestra, che umanità è?"
Truffati e poi finiti per strada: è il destino di almeno una parte degli sgomberati di via Torino. Su cui nella politica cittadina rimangono distanze siderali, valutazioni opposte tra il sindaco Andrea Cassani e un pezzo di opposizione. «È imbarazzante che qualcuno vada a lamentarsi di esser stato aiutato» ribadisce oggi Cassani. «Da mesi sapeva che ci sarebbe stato lo sgombero.Preferivano vivere nei palazzi senza fogna e senza corrente?».
«Roba da matti» dice Giovanni Pignataro, del Pd, di fronte alle scene viste nella giornata di mercoledì a Gallarate. «Queste famiglie sono state truffate da ricchi imprenditori italiani, hanno pagato l’affitto comprensivo di spese condominiali a un proprietario che non pagava le spese condominiali». dice il capogruppo dem, sintetizzando la vicenda del condominio di via Torino 8, degradatosi nell’arco di pochi anni per i mancati pagamenti delle spese da parte delle società proprietarie del grosso degli appartamenti,
Pignataro non contesta l’intervento per ragioni igenico-sanitarie, ma la mancata tutela degli abitanti: «L’immobile è stato giustamente sgombrato per mancanza di igiene ma non si è pensato ad una alternativa per famiglie che lavorano ma che non hanno i soldi per una cauzione» continua il consigliere comunale. «Alcuni pagavano 750 euro al mese di affitto e le cauzioni chieste vanno da 3.000 a 5.000 euro che queste persone con figli non riescono a mettere da parte».
«Risultato: tutti tra cui quali dieci minori nel lager della palestrina surriscaldata con bagno ma senza cucina. Questo è l’organizzazione e l’umanità del Comune di Gallarate».
Il sindaco Cassani invece tira dritto: «Vivevano in condizioni pietose, oggi sono in una palestra, come altri sono finiti in palestra perché magari hanno perso la casa in una calamità naturale e senza colpe».
Però molte persone abitavano lì anche da prima, hanno pagato e mostrano i documenti: non sono vittime di una situazione che non è nata da loro?
«L’imprenditore proprietario del palazzo si è approfittato dell’ingenuità di questa persone, ma queste persone sanno da mesi che dovevano andarsene. Se avevano a cuore la loro famiglia, avrebbero cercato di andarsene. Vadano in tribunale e facciano valere le loro ragioni. Dev’essere il Comune a venire in aiuto? Devo risarcire io per una presunta truffa?».
Anche Massimo Gnocchi (Obbiettivo Comune Gallarate) ricorda la genesi della vicenda ma si appella ad una soluzione per gli sfollati: «Penso sia inaccettabile qui a Gallarate nel luglio 2024 vedere brandine in una palestra comunale senza una contingente emergenza, visto che l’ordinanza era di novembre. E dire erano stati avvisati mi sembra il modo peggiore per giustificare queste assurde sistemazioni di fortuna. Una sistemazione diversa è impossibile?».
Alcune delle famiglie finite ieri nella palestrina poi non ce l’hanno fatta a rimanere: dopo qualche ora di smarrimento hanno deciso di andare per una notte in bed and breakfast, anche se non è una soluzione sostenibile per più di qualche notte. «Ci rimettiamo a cercare casa». Altri sono rimasti lì, nella palestrina di via Marsala.
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