Addio a Enrico Puricelli: ex sindaco di Samarate
Prima da sindaco, poi da candidato sindaco ha affrontato la sua malattia in modo pubblico. L'intera comunità si stringe attorno alla famiglia, sentito il cordoglio di amici e colleghi
Ha affrontato la sua malattia in modo pubblico, prima da sindaco, poi da candidato sindaco in una campagna elettorale dura ma in cui aveva messo tutto se stesso, rivendicando l’amore per la sua Samarate ma facendolo anche quell’ultimo impegno politico Modo per trovare forza di fronte all’altra sfida personale che lo attendeva.
Dietro ai tatuaggi all’aspetto insolito nascondeva – ma neppure troppo – lontano da ogni asprezza, anche in quel terreno di riscontro naturale che la politica. Ha saputo essere il sindaco di tutti i samaratesi, anche dai suoi avversari, come aveva dimostrato anche nell’ultimo campagna elettorale, conclusa con sincera stretta di mano e reciproco riconoscimento con il suo sfidante, Alessandro Ferrazzi.
Una bonomìa di carattere che vogliamo ricordare anche con gli appellativi – affettuosi e curiosi – con cui amava salutare gli interlocutori, anche in questi mesi difficili di malattia.
Classe 1964, nato e cresciuto a Samarate, è sempre stato legato al suo paese tanto da assumere la carica di primo cittadino.
Nella presentazione sul sito del comune si presentava così: «Scelgo di presentare la mia candidatura a sindaco per il prossimo mandato, forte della mia esperienza di questi anni in campo amministrativo, avendo sviluppato un forte attaccamento al senso civico e all’interessamento verso il pubblico, la mia gente. Dopo aver valutato quanto venga apprezzato quotidianamente il mio impegno, e quanto io stesso sia riuscito a realizzare ed imparare, mi sento pronto ad affrontare questa responsabilità, con la schiettezza e la sincerità di cui sono capace.»
È cresciuto professionalmente nell’attività commerciale di famiglia, una macelleria, per aprire una propria attività di assistenza e riparazione componentistica elettronica per personal computer e telefonia e poi rilevare il negozio di abbigliamento del figlio «Conscio dell’importanza di mantenere sul territorio la presenza del commercio locale in un momento così difficile, ma confermo pienamente la mia disponibilità a mettere l’attività in secondo piano, nel rispetto degli incarichi che andrò ad assumere.»
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