Da Armio a Samarate, il ricordo di don Enrico unisce tutti nel teatro di comunità
Il 3 agosto 2024 successo per un teatro di comunità per ricordare don Enrico Arrigoni che a Samarate e in Val Veddasca lasciò un segno indelebile. Alla regia Michele Todisco che ha coinvolto ad Armio "I ragazzi del Don"
Un uomo ha saputo unire luoghi e persone lontane, lasciando un segno forte nelle comunità che lo hanno incontrato. Quest’uomo si chiamava don Enrico Arrigoni, era un sacerdote, ma soprattutto un amico.
Un viaggio da Samarate ad Armio
Seguendo la stessa strada percorsa dal sacerdote il 3 agosto del 1973, in tanti sono partiti da Samarate, hanno guidato per 70 km seguendo un percorso ormai conosciuto a memoria. Si sono inerpicati per una strada tutta tornanti e strettoie, poi, finalmente, a 896 m s.l.m. hanno parcheggiato. Lì sono scesi per una vietta che attraversa un minuscolo paesino e sono arrivati all’oratorio San Lorenzo di Armio.
«Siamo qui per il Don». «Anche noi» si sono sentiti rispondere dai residenti nel paesino nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca e dai villeggianti che in questo agosto, come tutti gli anni, affollano la valle.
“Siamo qui per il Don” : quante persone, a Samarate, così come in Veddasca, hanno pronunciato questa frase in passato.
Il Teatro di comunità di Todisco
Sabato 3 agosto “i ragazzi del Don” si sono ritrovati ancora una volta dopo 23 anni dalla sua scomparsa, per una serata di ricordo e emozione.
Il busto del sacerdote all’oratorio di ArmioDon Enrico, carismatico parroco, prima nel samaratese, poi sui monti, è stato omaggiato grazie a Michele Todisco, presidente della Pro loco Maccagno e autore teatrale, che – nonostante non abbia mai conosciuto di persona il sacerdote – è rimasto colpito dalla narrazione che chiunque continui a fare a distanza di tempo.
«Sono venuto a conoscenza di questa figura, capace di lasciare una traccia indelebile nella comunità e ho voluto raccontarlo – ha spiegato Todisco, invitando poi chi lo circondava a salire sul palco con lui- ma le persone presenti questa sera saranno chiamate a contribuire al mio racconto. Saranno degli spett -ATTORI».
In effetti, al termine del monologo, il pubblico è stato chiamato a condividere i propri personali ricordi e in una carrellata di istantanee e la vita di don Enrico in valle é stata così ricostruita, così come è stata ricordata l’avventura a Samarate.
Il prete operaio che fondò l’oratorio
L’oratorio San Lorenzo ad Armio fondato da don EnricoIl prete operaio – pronto a togliersi la tonaca, restando in canottiera, e ad armarsi di cazzola e badile – il prete amico e barista – animatore fino a tarda notte dell’oratorio da lui fondato – il prete capace di insegnare l’importanza del lavoro e dell’aiuto reciproco (anche “comprando” affettuosamente i ragazzini con la ricompensa di un gelato: «È arrivato il camion delle bibite, forza ragazzi, un pacco a testa fino in oratorio. Poi lì ghiaccioli per tutti») , il prete capace di coinvolgere anche chi non si professava credente e guadagnare la stima di chiunque lo incontrasse.
Tanti i volti di don Enrico tratteggiati da un bravissimo Todisco e, con lui, dal vasto pubblico, che ha affollato l’oratorio per il “piatto di pasta di comunità” cucinata dai volontari del Circolo e per lo spettacolo subito dopo.
I ricordi di “I ragazzi del Don”
Una testimonianza da Samarate per il ricordo di Don EnricoPresenti residenti, villeggianti e il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca Ivan Vargiu. Il Primo cittadino, fortemente legato al sacerdote e immancabile in oratorio da adolescente, ha condiviso il racconto di un viaggio particolare per recuperare dei divani da portare ad Armio. Il don ci disse: «Dicono che li butteranno, ma sono ancora praticamente nuovi, andiamo a prenderli per l’oratorio»; che gran fatica il trasporto, ma quante risate».
Todisco e il sindaco VargiuA prender la parola, subito dopo, gente arrivata da Samarate, che ha tratteggiato i lineamenti di un volto conosciuto e apprezzato da una parte all’altra della provincia.
«Ogni anno da noi organizzava il campeggio in montagna, ma quando sapemmo che avrebbe cambiato parrocchia credevamo quella consuetudine si sarebbe interrotta. Lui ci guardò e ci disse “Beh perché? Potrete venire dove sto andando, ad Armio“. Così iniziammo a salire in Veddasca, ogni estate. Dormivamo qui, in oratorio, o a Biegno – l’ostello che, insieme al circolo San Lorenzo di Armio, fu fondato dal Don – è c’è chi quassù ha trovato anche moglie».
Nella sala affollata, tanti visi annuivano tra il commosso e il divertito: ciascuno, nel cuore, servava il personale ricordo di un uomo che ha saputo raccontare in prima persona cosa possa essere una fede genuina, semplice, pronta all’aiuto reciproco.
Grazie Don Enrico, i tuoi ragazzi ti hanno ricordato così.
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