A Samarate le lezioni d’italiano diventano la chiave per l’integrazione
Al centro di accoglienza di San Macario più che insegnare la grammatica, si costruiscono ponti di integrazione e anche una prospettiva di lavoro: una bella iniziativa ormai consolidata e che punta ad allargare la platea di volontari e studenti
La lezione si fa tra le coppe e i gagliardetti del circolo di paese, spazio collettivo che trova una nuova funzione (per alcune ore la settimana). Gli studenti al tavolo sono giovani richiedenti asilo: in attesa dell’esame della loro domanda di accoglienza in Italia, da qui parte il percorso di integrazione nella realtà italiana.
Siamo a Samarate, nei dintorni di Malpensa. Qui è attivo da tempo un centro di accoglienza — nella frazione San Macario – e, dall’ultimo anno, sono attive anche le lezioni d’italiano, destinate a giovani africani (francofoni), bengalesi e arabi.
Un’iniziativa significativa di inclusione sociale e linguistica, che va oltre il risultato formale ottenuto, vale a dire il completamento dei cicli livello A1 e A2.
Le lezioni si sono tenute in più ambienti spazi simbolici della cittadina: il centro di accoglienza di via Ferrini, che rappresenta il primo punto di contatto per molti di questi ragazzi con la realtà italiana; la casa parrocchiale, che ha aperto le sue porte per accogliere le lezioni, dimostrando una forte volontà di inclusione da parte della Chiesa locale; il circolo di San Macario, luogo di socialità e incontro, dove la lingua è diventata uno strumento di costruzione di relazioni.
L’iniziativa ha visto la partecipazione di sei insegnanti volontari, che hanno messo a disposizione le loro competenze e la loro passione per l’insegnamento, contribuendo a creare un clima di supporto e collaborazione. Numerose realtà associative e gruppi locali hanno dato un contributo fondamentale per la riuscita dell’iniziativa, fornendo un supporto economico essenziale per l’acquisto di materiali didattici come libri di testo, cancelleria e un televisore, utilizzato per rendere le lezioni più interattive e coinvolgenti.
Un aspetto fondamentale del progetto è stata la collaborazione con la parrocchia e i CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) di Gallarate e Busto Arsizio. Questa sinergia ha permesso a diversi ragazzi di sostenere l’esame di lingua italiana. L’esperienza non si è limitata alla semplice acquisizione di competenze linguistiche: ha rappresentato un’opportunità di scambio culturale e umano, arricchendo non solo i partecipanti, ma anche gli insegnanti e i volontari coinvolti. Attraverso la condivisione di esperienze e storie personali, i ragazzi hanno potuto costruire legami significativi, superando le barriere linguistiche e culturali. Questo processo ha favorito una maggiore comprensione reciproca e ha contribuito a creare un ambiente di accoglienza e solidarietà.
L’iniziativa proseguirà, con il supporto di tutti gli attori coinvolti, e mira ad ampliare il numero di volontari e insegnanti, spiegano i promotori. Verrà mantenuto un dialogo costante con l’amministrazione comunale di Samarate per garantire continuità e sviluppo a questo percorso di inclusione. L’obiettivo è quello di allargare ulteriormente la platea dei beneficiari, offrendo a sempre più giovani richiedenti asilo la possibilità di imparare la lingua e di inserirsi nel tessuto sociale ed economico locale.
I richiedenti asilo recuperano il campetto dell’oratorio di Cascina Elisa di Samarate
Il progetto ha dimostrato di essere un grande successo, non solo per il numero di ragazzi che hanno appreso la lingua, ma anche per le opportunità lavorative che si sono aperte per molti di loro. Infatti, numerosi partecipanti hanno già trovato impiego, riuscendo così a compiere un passo fondamentale verso l’autonomia. Il percorso di inclusione non passa solo attraverso il saper comunicare, ma anche tramite la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro e contribuire attivamente alla comunità che li ha accolti, dimostrando come l’immigrazione, se ben gestita e supportata da una visione politica seria e lungimirante, possa diventare un motore di sviluppo sociale e culturale.
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