Addio al sogno di recuperare l’ex-calzaturificio Borri di Busto Arsizio. Va avanti solo l’housing sociale
Gravi inadempimenti e mancato rispetto dei tempi, l’Amministrazione avvia la procedura di risoluzione del contratto per la parte storica dell'area. L'assessore Reguzzoni rassicura sul palazzo da 40 appartamenti
Il Comune di Busto Arsizio ha avviato la procedura di risoluzione del contratto con la società Neocos S.r.l., incaricata della riqualificazione dell’ex Calzaturificio Borri, finanziata attraverso il PNRR con un cofinanziamento di oltre 6 milioni di euro. L’intervento prevede la realizzazione di un comparto urbano con cinque edifici, tra cui un teatro e residenze sociali, entro il 31 marzo 2026.
A seguito di gravi ritardi nella presentazione della progettazione definitiva e delle integrazioni richieste, il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) ha applicato penali all’operatore e, il 1° agosto 2024, ha avviato un procedimento per risolvere il contratto a causa dei ripetuti inadempimenti. Le controdeduzioni fornite dall’impresa non sono state considerate sufficienti, e la relazione conclusiva del RUP ha confermato l’impossibilità di rispettare i termini imposti dalla convenzione PNRR.
Il Comune ha ritenuto non sostenibile approvare un nuovo cronoprogramma irrealistico, che metterebbe a rischio il finanziamento e comporterebbe un danno erariale per l’Amministrazione. Pertanto, la Giunta ha deliberato all’unanimità la risoluzione del contratto e ha incaricato il dirigente competente di valutare soluzioni alternative per recuperare l’area, anche in relazione al bilancio comunale.
L’obiettivo dell’Amministrazione rimane la riqualificazione dell’area ex Borri, ma sarà necessario trovare nuove modalità per portare a termine l’opera entro i tempi stabiliti.
Andrà avanti, invece, la parte relativa all’housing sociale con una palazzina di quattro piani (40 appartamenti e un garage sotterraneo) che dovrebbe sorgere all’interno dello spazio oggi destinato al parcheggio per i dipendenti comunali. Secondo quanto confermato dall’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni, in commissione, la parte relativa alla palazzina faceva parte di un lotto separato da quello della parte storica
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