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I capannoni sui campi di Tornavento preoccupano. “Uno scempio”

La comparsa di un progetto per l'area tra Tornavento e via Gaggio fa drizzare le antenne agli ambientalisti. Interviene anche l'UniCoMal: "Troppo consumo di suolo, cambiamo rotta"

Lonate Pozzolo generica

La notizia del progetto per un polo logistico e produttivo sul “campagnone” di Tornavento mette subito in allarme anche le forze ambientaliste della provincia.
Non sarà «un crimine», come ha detto la giunta del Comune di Lonate ribandendo l’interesse per l’operazione, ma è «un grande vulnus e scempio della nostra zona», dice oggi l’Unicomal, l’Unione dei Comitati di Malpensa.

L’espansione industriale con nuovi capannoni andrebbe a incidere su una zona di grande pregio, quella distesa di prati che sta tra il borgo di Tornavento, la Dogana Austoungarica di Lonate Pozzolo sede di centro Parco del Ticino, l’amata strada bianca di via Gaggio, frequentato da migliaia di persone a ogni weekend.

Formalmente sarà anche “un incolto”, come viene definito nella delibera del Comune che esamina la proposta (tecnicamente un Piano Integrato d’Intervento), ma l’idea di una distesa di cemento in quel luogo ha stupito e preoccupato molti.

L’UniCoMal inserisce la preoccupazione per questo progetto in un quadro più ampio, che comprende la «crescita caotica , distruttiva e dannosa» delle infrastrutture nell’area di Malpensa, intesa come area ristretta intorno all’aeroporto (come a Tornavento, a poche centinaia di metri dalle reti dello scalo) o area più ampia, comprendendo anche Gallarate e dintorni (Legambiente aveva calcolato 150 ettari di erosione recente per diversi progetti).

Strade e capannoni: intorno a Malpensa il cemento si “mangerà” 150 ettari di boschi e campi

Viene richiamato il tema del consumo di suolo, così rilevante nella zona del Basso Varesotto, una delle aree italiane a maggior erosione (con punte a Gallarate e Busto Arsizio). Qui di seguito il comunicato completo.

Con la delibera del 23/9/2024 l’odierna giunta comunale di Lonate Pozzolo ha approvato all’unanimità ( con l’assenza del sindaco Carraro) un intervento edilizio in località Tornavento che comporta la destinazione di un terreno di 31 ha da zona agricola e forestale con interesse faunistico del Parco del Ticino ad uso produttivo/ industriale e terziario. Ciò avviene nonostante uno dei punti qualificanti del P.G.T. del 2023 dello stesso Comune sia la riduzione del consumo di suolo; non dimentichiamoci che il sindaco Rosa della precedente giunta con la sottoscrizione del patto di intesa con i sindaci del CUV aveva già favorito l’espansione della cargo city di Malpensa con la cementificazione di 44 ha di brughiera pregiata.

Il colmo della sfacciataggine della delibera lo si raggiunge con la frase che ”il progetto si inserisce e si armonizza nel paesaggio naturalistico di Tornavento”, questa rivela l’irresponsabilità e l’ipocrisia d coloro che hanno fatto questa dissennata scelta il cui unico scopo è di sfruttare a puro fine economico il nostro territorio. ” Non sarà un crimine” afferma un assessore della stessa giunta ( lo stesso che si è fatto fatalistico portavoce dell’ineluttabilità dell’espansione di Malpensa) ma un grande vulnus e scempio della nostra zona questo certamente lo è. Ma cosa non si fa per la speculazione, per gli oneri e gli introiti nelle casse comunali ! “ Malpensa ha sempre sfruttato il nostro territorio, ora lo sfruttiamo noi !“ aggiunge il citato assessore, bene il saccheggio e la distruzione saranno ancora più totali basta accelerarli ,rispondiamo, correggiamo un errore con uno ancora più grave. Ormai è chiaro che non siamo più allo slogan della Lega Nord “ padroni a casa nostra “ ma siamo nella fase successiva predoni a casa nostra!

Con tutte le aree e i capannoni dismessi che ci sono sul territorio comunale di Lonate Pozzolo e le zone limitrofe si sarebbero potute riutilizzare quelle invece di aggredire delle aree vergini nel Parco del Ticino. Stiamo assistendo ad una progressiva cementificazione della nostra provincia già tra le più provate in Italia, pensiamo al progetto nel Comune di Cairate di 9 ha di terreno agricolo da trasformare in supermercato e capannoni e che altre trasformazioni in tal senso sono a progetto. Certo se non riusciamo ancora a comprendere l’ importanza del suolo come contrasto alle alluvioni, ai dissesti idrogeologici e al riscaldamento climatico saranno i disastri che abbiamo visto in Emilia e Romagna e in altre zone della nostra penisola che potrebbero ricordarcelo.

Pensiamo che vadano fatte scelte più razionali , lungimiranti, meditate e basate sul rispetto del nostro territorio e delle persone che vi abitano e non sul suo sfruttamento dettato dagli appetiti di pancia di pochi!

Per questo come Uni.Co.Mal. ci siamo sempre espressi a favore di un nuovo piano d’area ( quello precedente è scaduto nel 2009 ed è mai stato rinnovato da regione Lombardia) da sottoporre a V.A.S. ( valutazione ambientale strategica) per stabilire le opere che il territorio intorno a Malpensa può ancora ricevere e quali no; evitando così una crescita caotica , distruttiva e dannosa come quella che sta avvenendo. In questo scenario non certo confortante il nostro pensiero e la nostra simpatia non può che andare ai cittadini e agli studenti , alcuni dei quali nuovi stiliti saliti sugli alberi, che difendono dalla distruzione il bosco di via Curtatone a Gallarate contro la costruzione di nuovo polo scolastico perfettamente inutile quando basterebbe soltanto qualificare i plessi già esistenti.

Il direttivo Uni.Co.Mal.
Massimo Uboldi
Massimo Ferrario

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 25 Settembre 2024
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