Il comitato contro l’ospedale unico di Busto e Gallarate: “Progetto ridimensionato e tutto a carico dello Stato”
Le associazioni che si battono per il mantenimento dei due ospedali esistenti e contro quello nuovo spiegano: "Si spendono 440 milioni per avere un ospedale poco più grande di quello di Busto"
Il comitato che sostiene il ricorso contro le delibere per la realizzazione dell’”Ospedale Unico” di Busto Arsizio e conseguente chiusura degli attuali ospedali di Gallarate e Busto Arsizio, informa che recentemente è stata «depositata una memoria per “motivi aggiunti” al fine di aggiornare quella già presentata a febbraio 2024 e pendente presso il Consiglio di Stato. Questo atto era dovuto per tenere conto delle delibere e degli atti successivi finalizzati alla attuazione dell’accordo e della delibera regionale che ha dato l’avvio alla progettazione esecutiva».
Serve un sostegno per fermare il cemento
L’obiettivo di questo percorso vuole, nelle intenzioni delle associazioni, «evitare che queste decisioni divengano nuovo cemento, decisioni prese a nostro avviso senza una corretta applicazione della normativa e comunque con una finalità che non condividiamo. Chiediamo perciò di continuare a sostenere anche economicamente i ricorsi con un versamento fatto sul conto aperto presso Banca Etica con IBAN IT36 A050 1801 6000 0001 7036 708 intestato a Medicina Democratica con la causale “Salviamo gli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio – Donazione”».
Due ospedali con migliori servizi? Si può fare
Gli oppositori del progetto del nuovo ospedale unico restano convinti che «un miglioramento dei servizi dei due Ospedali si possa ottenere, a costi minori e con minori impatti ambientali, intervenendo per ristrutturare i presidi esistenti, rivedendo e coordinando tra loro i servizi offerti, ma soprattutto coinvolgendo gli utenti e ancor più gli operatori sanitari mettendo a loro disposizione luoghi di lavoro adeguati, in primo luogo, nei rapporti interni ed organizzativi e non esclusivamente edilizi».
Il nuovo studio taglia centinaia di posti letto e sposta i costi a carico dello Stato
A tal fine segnalano lo Studio di Fattibilità approvato dalla ASST Valle Olona lo scorso giugno ai fini dell’ottenimento delle quote di finanziamento a carico dello Stato, necessario «poiché Regione Lombardia ha deciso di ridurre significativamente la sua quota per l’ospedale unico, prevede una importante riduzione dei posti letto previsti e concordati tra le varie istituzioni nell’Accordo di Programma dell’ottobre 2023 (da 773 posti letto e 177 posti tecnici a 664 posti letto e 109 posti tecnici) e sposta di oltre un anno il termine dei lavori (dal giugno 2029 all’agosto 2030) pur prevedendo un identico costo finale di 440 milioni di euro».
Nel nuovo accordo dunque la ripartizione delle fonti di finanziamento «passerà da 240 milioni a carico dello Stato e 200 a carico di Regione Lombardia a 423 a carico dello Stato (con una piccola quota che arriverà oltre il previsto termine dei lavori) e solo 17 a carico di Regione Lombardia».
Le istituzioni del territorio non hanno niente da dire?
In conclusione il comitato si chiede «se queste variazioni non meritino una richiesta di chiarimenti da parte dei rappresentanti istituzionali del territorio per ottenere almeno quello che hanno discusso e approvato circa un anno fa, visto che con i posti letto ora previsti tutta l’operazione sarà di fatto lo spostamento e un leggero ingrandimento dell’ospedale di Busto Arsizio (che nel 2018 aveva 556 posti letto e 93 posti tecnici) e la brutale chiusura di quello di Gallarate».
Il ricordo di Vitaliano Caimi
Le associazioni, infine, ricordano il professor Vitaliano Caimi, scomparso di recente: «Siamo profondamente addolorati per la perdita di Vitaliano Caimi “Vita”, tra i promotori dell’iniziativa, ricordano l’impulso e il contributo che ha dato in ogni passaggio della complessa procedura avviata per far valere la corretta applicazione della normativa e i diritti delle popolazioni come la tutela dell’ambiente».
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