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Il dirigente (in reggenza) dell’Ipc Verri di Busto Arsizio fa chiarezza: “La scuola ha superato i problemi e la prof sarà pagata”

Felice Cimmino riconosce la legittimità della richiesta della docente ma non ci sta a fare il capro espiatorio e sui problemi riscontrati da molti negli scorsi anni rassicura: "Ora non è più così"

ipc verri

È una lunga e articolata risposta quella del dirigente scolastico in reggenza dell’Istituto Professionale Pietro Verri di Busto Arsizio Felice Cimmino che ha ritenuto doveroso fornire in merito all’articolo pubblicato su questa testata relativo alla professoressa precaria che sta ancora aspettando di ricevere le retribuzioni di dicembre 2023 e gennaio 2024. La riportiamo integralmente di seguito.

Dopo neanche due settimane dall’inizio dell’anno scolastico non si capisce bene su quali basi si afferma che ‘Il nuovo anno scolastico all’ipc Verri di Busto Arsizio non ha portato i cambiamenti sperati’? Credo che con evidenza di dati oggettivi si possa affermare che al Verri è in atto un cambiamento molto netto rispetto a quanto avvenuto fino al 26 maggio dello scorso anno. Sarebbe corretto informarsi prima di scrivere.

Nell’articolo si diffondono dettagli che hanno a riferimento la posizione lavorativa di un dipendente dell’Istituto Verri senza averne ricevuto un previo consenso; premesso che saranno fatti i dovuti accertamenti per individuare le persone che hanno diffuso all’esterno della scuola informazioni che devono essere coperte dal segreto di ufficio, ritengo che chi scrive quell’articolo
non abbia alcun diritto di rendere pubbliche informazioni che fanno riferimento alla posizione lavorativa di una persona senza averne ricevuto il consenso e ritengo altresì che nel merito di quanto riportato nell’articolo al riguardo ci siano da verificare potenziali violazioni dei profili di privacy. La materia, comunque, riguarda l’interessato e non la scuola.

Una corretta informazione dovrebbe chiarire quali sospetti desta il “fuggi fuggi generale” degli assistenti amministrativi e, a mio parere, provare anche a sentire i diretti interessati per capire le vere ragioni che hanno determinato il loro trasferimento. E’ corretto chiarire a quali sospetti si fa riferimento perché il non farlo significa alimentare dubbiose interpretazioni, potenzialmente lesive dell’immagine e della reputazione del personale scolastico che ha lavorato in segreteria, personale composto da persone serie, dedite al proprio lavoro con zelo, diligenza, abnegazione, spirito di servizio e competenza.

In questo momento all’istituto professionale Verri non c’è nulla che possa minimamente rievocare il “caos dello scorso anno”; la scuola vive una dimensione di normalità, con le ordinarie complicazioni che una scuola si trova quotidianamente a gestire e provare a risolvere. Il “caos dello scorso anno” al momento non esiste al Verri.

Il fatto che ci sia ancora “una professoressa che non ha percepito (ad oggi) gli stipendi di dicembre 2023 e gennaio 2024” è stato chiarito all’interessata (posto che si tratti della stessa persona) e così come viene riportato nell’articolo costituisce un’informazione incompleta e potenzialmente fuorviante. Incompleta perché la docente, posto che si tratti della stessa persona, ha ricevuto gli stipendi di ottobre e novembre, e ha ricevuto gli stipendi dal 25 gennaio al giorno in cui è terminato il suo incarico (mi pare il 13 aprile). Per quale motivo la scuola non avrebbe dovuto pagare i soli stipendi di dicembre e fino al 25 gennaio? Evidentemente ci sono motivazioni di carattere amministrativo per cui bisogna mettere in atto una procedura per il corretto pagamento di questi stipendi, procedura già avviata e che necessità di tempi tecnici per potersi completare. Ho spiegato alla docente, posto che si tratti della stessa persona, in una mia comunicazione via mail inviata in pieno agosto il mio impegno a risolvere la sua situazione, ed è quello che sta avvenendo, tenuto conto che nessuno degli attuali amministrativi in segreteria ha contezza della problematica e diversi di loro non hanno alcuna esperienza di lavorazione dei contratti. È un’informazione fuorviante perché fa passare il concetto che al Verri ancora non si pagano gli stipendi dei supplenti, cosa assolutamente falsa perché tutti gli stipendi dei supplenti dello scorso anno scolastico sono stati pagati. E posso assicurare tutti i supplenti che gli stipendi di quest’anno saranno tutti regolarmente pagati in coincidenza delle emissioni del Ministero.

Non è la prima volta che leggo riferimenti espliciti al cosiddetto ‘sistema Verri’, una terminologia con chiare connotazioni negative, ma della quale si dovrebbe avere una volta e per tutte la capacità, il coraggio e la serietà di chiarire a cosa si riferisce. Io non l’ho percepito questo ‘sistema Verri’ e vorrei che qualcuno me lo spiegasse visto che è stato utilizzato anche in altri ambiti e da persone che ricoprono ruoli di responsabilità decisamente diversi da chi scrive su un giornale locale. Ritengo che una corretta informazione debba avere la forza e il coraggio di approfondire con etica professionale le motivazioni per cui lo scorso anno ci sono state persone che non sono state pagate tempestivamente (quelle che nell’articolo sono definite vittime).

Parimenti non mi è chiaro il riferimento al “blocco di potere interno che sembrava inscalfibile da troppi anni” e, ancora una volta, chiedo di chiarire l’utilizzo di terminologie forti con connotazioni palesemente negative che si associano all’Istituto Verri; cosa si intende per ‘blocco di potere’? Vorrei che l’autore di questo articolo lo spiegasse a me e ai suoi lettori, perché se si vuole fare informazione corretta bisogna spiegare con fondati riferimenti le parole che si scrivono, soprattutto quando esse possono essere palesemente percepite con connotazioni di discredito per l’istituto e per le persone che ci lavorano.

Nel corso dello scambio di mail avvenuto tra me e la docente in pieno agosto (e preciso che lo scambio di mail è avvenuto su mia spontanea e sentita iniziativa) non ho riferito la frase “si spera di risolvere il problema”; è stato riferito testualmente dal sottoscritto nella comunicazione inviata alla docente il 13 agosto “mi auguro di riuscire a risolvere il tutto entro i termini di scadenza del mio mandato di reggenza”. Questo significa che al 13 di agosto non potevo assicurare di poterlo risolvere entro la fine della mia reggenza prevista per il 31 agosto, ma visto che mi è stata assegnata la reggenza dell’istituto Verri anche dal 1 settembre posso assicurare che il problema sarà risolto.

La docente riferisce che “a marzo abbiamo ricevuto solo ottobre e novembre”, riferendosi agli stipendi non ancora pagati. Tengo a precisare che gli stipendi di ottobre e novembre sono stati pagati durante i miei dodici giorni di reggenza al Verri e che ovviamente non posso rispondere del motivo per cui non sono stati pagati prima. Ma tengo soprattutto a precisare che era mio assoluto intento procedere al pagamento di tutti gli stipendi per i quali era avvenuta l’emissione da parte del Ministero, posti i tempi tecnici di accettazione del sistema per poter procedere all’autorizzazione delle rate successive; tempi che non hanno coinciso con la mia reggenza al Verri che si è interrotta il 12 marzo.

La docente parla di soldi che “sembrano essersi volatilizzati nelle pieghe del bilancio”, espressione colorita che però ancora una volta suscita dubbiose interpretazioni che un’informazione corretta dovrebbe verificare prima di riportare al pubblico dei lettori.

La docente si chiede il perché ‘non si sblocca’ il suo pagamento mentre quello degli altri è stato messo a posto. E’ una domanda che ho posto anch’io alla docente nello scambio di mail in pieno agosto, chiedendo per quale motivo una scuola che ha pagato tutti gli stipendi di tutti i supplenti (compreso i suoi stessi stipendi) non avrebbe dovuto pagare i soli stipendi di dicembre e fino al 25 gennaio.

Io riconosco la assoluta legittimità della richiesta della docente che reclama un suo sacrosanto diritto, ma vorrei che anche la docente comprendesse una volta e per tutte che un reggente che arriva per 12 giorni a marzo e ritorna poi a fine maggio non può avere contezza delle problematiche, più o meno urgenti, della scuola che prende in reggenza, e gli devono essere concessi dei tempi di conoscenza e comprensione delle problematiche, e delle conseguenti azioni da porre in essere, decisamente più ampi di quelli che si possono riconoscere a un dirigente scolastico stabile e titolare in una scuola. Questo significa che durante la mia reggenza la problematica segnalata dalla docente è stata gestita con tempistiche normali rispetto alla mia posizione di reggente del Verri e non è corretto, neanche da parte della docente, che il sottoscritto passi per il capro espiatorio di un ritardo di pagamento determinato da situazioni avvenute lo scorso anno al Verri e con le quali il sottoscritto non c’entra assolutamente niente.

Pubblicato il 27 Settembre 2024
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