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A Coarezza “viviamo in un inferno, rumore insopportabile”

I giovani del Comitato "Vivere Coarezza" tornano a denunciare l'impatto locale delle rotte di decollo, attuate in via sperimentale e ancora applicate

Generico 21 Oct 2024

«Da aprile 2024 a Coarezza non si vive più». A parlare sono i giovani del Comitato “Vivere a Coarezza”, formato dagli abitanti di Coarezza, frazione di Somma Lombardo. Il tema è quello della sperimentazione partita il 18 aprile 2024, formalmente conclusa al 30 settembre (si continua a usare lo stesso scenario per i decolli, ma il monitoraggio è stato concluso tre settimane fa).

La contestazione riguarda le rotte di decollo di Malpensa «che già 24 anni fa furono dichiarate illegittime dalle Autorità competenti, stante la dichiarata assurdità tecnica delle stesse» (foto inviata dal Comitato).

«Il nostro inferno continua e, dopo la richiesta avanzata dai Comitati in merito alla fissazione dell’assemblea pubblica del CUV sui risultati della sperimentazione, apprendiamo, leggendo l’articolo pubblicato da VareseNews il 15 ottobre 2024 che il sindaco di Somma Lombardo sia “quasi stupito delle dichiarazioni dei comitati”, ritenendo che si tenti “quasi di polemizzare anche su questo”. Il Sig. Stefano Bellaria asserisce che gli amministratori sarebbero stati i “garantisti nei confronti della popolazione”, concludendo, lapidario: “i dati fin qui dicono che la sperimentazione sta in parte funzionando, ma è importante basarsi sui dati definitivi…”. No, Signor Sindaco, la sperimentazione non sta funzionando».

Alle analisi dal Comitato contrappongono la percezione locale che si vive a Coarezza: «Aerei che volano ininterrottamente sulle nostre teste, giorno e notte, a pochissima distanza gli uni dagli altri, a bassissima quota; livello di rumore insopportabile e continuo che impedisce di dormire, riposare e che genera un continuo stato di ansia e nervosismo. Nei nostri giardini troviamo spesso, improvvisamente, piante con foglie bruciate e danneggiate. Cosa stiamo respirando? Che danno stanno subendo i soggetti più fragili, ad esempio i bambini della Scuola dell’Infanzia, ricettore sensibile che deve essere oggetto di particolare tutela? Dobbiamo forse aspettare che sia troppo tardi per rendercene conto?»

«Forse, è arrivato il momento che tutti i Soggetti coinvolti si rivolgano alla propria coscienza per rispondere ad una semplice domanda: posso guardare in faccia i Coarezzesi senza abbassare lo sguardo per la vergogna?» concludono i giovani del Comitato. «Purtroppo, ad oggi, non mancano i profughi a causa delle note guerre sanguinose; non vorremmo diventare profughi in tempo di pace, costretti a lasciare le nostre radici per scelte dettate da interessi economici e politici».

Pubblicato il 24 Ottobre 2024
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