“Deturpa il paesaggio”. Bocciata la nuova antenna Iliad a Cuggiono
Il Decreto Coesione del governo ha tolto ai Comuni la facoltà di decidere sulla collocazione. A Cuggiono il progetto di un nuovo impianto ha però suscitato grande mobilitazione e trovato una via per spostare l'insediamento
Quell’antenna da 31 metri deturpa il paesaggio, un paesaggio non banale, sintesi di campagna e presenza umana. E così anche la multinazionale francese Iliad trova la strada sbarrata: niente ripetitore per la telefonia mobile.
Teatro della battaglia, durata alcuni mesi è il paese di Cuggiono. Quasi una cittadina, in passato (tant’è vero che ha ancora un ospedale pubblico, dipendente da Legnano), con presenze storiche importanti, in particolare il grande e prestigioso complesso della Villa Annoni.
Qui Iliad aveva presentato un progetto che prevedeva l’installazione di un ripetitore di 31 metri in pieno centro: l’ipotesi ha generato una significativa mobilitazione tra i residenti e le istituzioni locali. Nodo centrale la raccolta firme promossa dall’Ecoistituto Valle del Ticino, che ha sottolineato gli impatti urbanistici e paesaggistici del progetto.
L’iter è iniziato ad agosto scorso, quando Iliad ha presentato al Comune una richiesta per collocare il ripetitore su un terreno privato in via Vittorio Emanuele, una zona storicamente tutelata. Secondo la nuova normativa (Decreto Coesione 2024), i Comuni hanno perso la possibilità di decidere autonomamente la localizzazione di queste infrastrutture, una competenza ora demandata agli operatori stessi.
L’amministrazione comunale di Cuggiono ha però convocato una Conferenza dei servizi, invitando vari enti di tutela del territorio, come la Città Metropolitana e il Parco del Ticino, a presentare osservazioni sull’impatto ambientale e sociale del progetto. I membri della Commissione paesaggistica hanno inoltre espresso parere negativo (539 del 22 ottobre 2024), vincolante.
Ed è proprio questo il provvedimento che ha consentito di fermare l’insediamento dell’antenna da 31 metri sopra i tetti rossi del centro storico.
Una delle simulazioni grafiche dell’aspetto ipotetico dell’antennaIl dibattito è stato anche piuttosto acceso in paese, con polemiche tra il sindaco di centrosinistra e l’opposizione locale di centrodestra.
«Questa amministrazione non è mai stata contraria all’installazione di antenne, i telefoni cellulari e internet sono ormai parte fondamentale del nostro vivere quotidiano, ma riteniamo che le collocazioni debbano essere concordate con l’amministrazione in luoghi il meno invasivi possibili e a debita distanza dalle abitazioni quando ciò sia possibile» ha detto il sindaco Giovanni Cucchetti.
Cucchetti rivendica «un percorso con gli enti interessati che portasse, nella correttezza e trasparenza delle procedure, al conseguimento dell’espressione di un parere negativo alla richiesta di installazione dell’antenna».
Al di là del caso specifico, la mobilitazione a Cuggiono ha sollevato anche il tema generale della normativa nazionale, che oggi centralizza le decisioni e dà maggiore spazio decisionale autonomo agli operatori. Anche il consiglio comunale ha supportato questa posizione, avanzando la richiesta che il governo riveda le disposizioni del decreto, per restituire ai Comuni un ruolo decisionale sul territorio.
C’è un altro aspetto in questa vicenda: il paese di Cuggiono è una comunità piuttosto vivace anche dal punto di vista dell’attivismo politico e sociale. Che passa di volta in volta dalle iniziative culturali come dalla capacità di mobilitarsi per battaglie locali (spesso su ambiente e consumo di suolo), territoriali o nazionali.
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