Fermato a Bardonecchia l’ultimo dei ricercati del “fortino dello spaccio“ di Vergiate
Mancava all’appello il marocchino di 24 anni rintracciato alla frontiera dalla polizia di Stato: era uno dei componenti del gruppo di fuoco pronto a sparare nella guerra fra bande nei boschi della droga
Ne mancava ancora uno all’appello, degli arrestati con ordinanza di custodia cautelare della procura di Busto che nella primavera del 2023 aveva dato il via libera al maxi blitz dei carabinieri: i militari armi in pugno avevano fatto irruzione nei boschi dello spaccio nella zona del Basso Verbano, a Vergiate e dintorni. Un assalto a tutti gli effetti, con tecniche di avvicinamento e azione militare per sorprendere persone che non scherzano perché per il controllo della piazza venivano impegnati sì coltelli, asce, machete, ma anche revolver, fucili a canne mozze e armi “pesanti” non solo per incutere rispetto fra i clienti chiamati a saldare in fretta, ma per difendersi, o attaccare le gang rivali.
La posta in gioco era ed è parecchio elevata: un giro da migliaia di euro al giorno, borse di droga che arrivano e si trasformano in marsupi pieni di biglietti da 20 e da 50 da dividere fra gli anelli larghi della cerchia e via via più in su, ai vertici dell’organizzazione. Gli ingranaggi del giro, i volti, i numeri di telefono, erano stati però scoperti. E con certosina pazienza capi e gregari della gang venivano seguiti da lontano, ma non troppo, a distanza di “ocp“, osservazione, controllo e pedinamento.
Così, al momento giusto, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio i carabinieri della compagnia di Gallarate – in particolare la “prima linea“ di Sesto Calende, Stazione “operativa” dalle spiccate capacità investigative e d’intervento – sono entrati in azione sventando tra l’altro una vera e proprie strage: i pusher si erano organizzati con gruppi di fuoco pronti a sparare (già successo svariate volte, come il conflitto a fuoco che si consumò più a Nord, nei boschi fra Sangiano e Laveno Mombello dove a terra rimasero 50 cartucce calibro 12, di fucile).
Dunque l’ultimo uomo, fuggito alla cattura, si era nascosto e aveva messo in pratica la tecnica che tutti i “catturandi“ scelgono per evitare le manette: era sparito, aveva cambiato zona e regione e probabilmente era pronto al grande salto Oltralpe. Non a caso il fermo è stato eseguito nella giornata di venerdì dalla polizia di frontiera di Bardonecchia. Il giovane marocchino, che ha compiuto 24 anni sabato, è stato fermato dagli agenti e ora è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Un tassello, l’ultimo, che chiude il cerchio di quell’operazione antidroga, mentre l’iter processuale degli altri arrestati è già ben avviato.
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