La storia di Andrea Di Fiore. Da Busto Arsizio alla conquista dell’Australia con il suo gelato italiano
Nel 2010 è andato a vivere a Melbourne per amore della sua Camille, poi l'idea nel 2012: "Siamo partiti con 15 dollari sulla carta e un figlio appena nato. Oggi abbiamo tre gelaterie, 10 carretti e 4 figli"
Gli manca il centro di Busto Arsizio ma in queste settimane è nel pieno del lavoro perchè dove vive è iniziata la stagione calda e i suoi gelati sono sempre più ricercati.
Andrea Di Fiore, bustocco trapiantato in Australia, è ormai un imprenditore affermato e apprezzato: ha portato il gelato italiano dall’altra parte del mondo partendo da un carretto, come quello che cantava Battisti nella famosa canzone. Oggi guida Bianco Latte con tre gelaterie e 10 carretti che portano il gusto italiano del gelato a banchetti, pranzi di nozze, eventi e tra le strade di Melbourne.
Abbiamo trovato la sua storia online e abbiamo deciso di contattarlo per chiedergli qualcosa di più. Lui ci ha risposto dopo qualche giorno, scusandosi perchè è nel pieno dell’avvio della stagione più importante per la sua attività: «Sono cresciuto a Sant’Edoardo. Ho fatto le elementari alla scuola Bertacchi, le medie alla Biagio Bellotti, e poi ho iniziato Ragioneria a Busto Arsizio prima di completarla a Legnano al Carlo Dell’Acqua» – racconta Andy, come ormai tutti lo chiamano.
Il posto che gli manca di più di Busto Arsizio? «Il centro di Busto, con tutti i suoi negozietti e i bar. Qui in Australia manca quel tipo di “centro città” all’italiana, dove puoi uscire, fare due passi e sicuramente incontrare qualcuno che conosci per una chiacchierata, un caffè o un gelato!».
L’ultima volta a Busto è stato l’anno scorso, nel 2023, «per l’estate italiana (inverno qui in Australia). È stato bellissimo! Abbiamo fatto tappa a Busto per riabbracciare la famiglia e riprenderci dal jet lag, e poi ci siamo goduti una vacanza tra le meraviglie italiane. Cerco di tornare ogni 2 anni per far vivere ai miei 4 figli un po’ delle mie radici e del nostro paese, che resta sempre nel cuore».
Nel 2010, spinto dall’amore e da un pizzico di follia, è volato in Australia con un work and holiday visa: «Tutto è iniziato quando ho conosciuto Camille, una studentessa australiana (che oggi è sua moglie), durante i miei studi in università. Dopo mesi di relazione a distanza tra Singapore, dove facevo uno scambio, e l’Australia, ho deciso che era tempo di seguire il cuore… e i canguri!».
L’idea imprenditoriale è nata dopo un anno nell’hospitality in Australia: «Ho sentito il desiderio di portare il vero gelato italiano. Mancavano gelaterie di qualità, così io e mia moglie ci siamo lanciati in questa impresa, partendo con un carretto e una cucina commerciale. Oggi abbiamo tre gelaterie e dieci carretti, partecipiamo a eventi e abbiamo costruito qualcosa di unico. Una sfida, ma ogni giorno ci ripaga».
Nel settembre 2012, hanno portato il loro carretto al Queen Victoria Market di Melbourne, «15 dollari nel conto corrente, la carta di credito a livelli di guardia, e un figlio di appena 4 settimane. Sì, non esattamente il “momento perfetto” per un’impresa, ma chi ha mai detto che il timing è tutto?» Dal mercato sono passati agli eventi privati, ai matrimoni e alle feste aziendali. In pochi anni sono arrivati a fare circa 1000 eventi a stagione, sempre con il loro gelato artigianale.
«Ora abbiamo in primis un team italiano eccezionale: 3 gelaterie ad Elwood, Northcote e Yarraville, e dieci carretti che portano gelato ovunque ci sia bisogno di dolcezza. Nel frattempo, oltre alla nostra impresa, sono arrivati anche altri tre figli, in tutto un maschio e tre femmine. La squadra è completa spero».
Nonostante le difficoltà del Covid Andrea e Camille hanno tenuto duro e non vogliono ferrmarsi qui: «In futuro vogliamo spostarci da Melbourne ed avviare una piccola farm che possa sostenere i bisogni di latte ed altri ingredienti per la produzione del gelato. Voglio poter crescere i miei figli nei campi con aria fresca e zero stress».
Andrea ha un consiglio per tutti gli italiani che vogliono venire in Australia e restarci? «Arrivate con qualche risparmio e investiteli bene, magari in corsi universitari o in professioni come elettricisti, idraulici, costruttori. Non pensate di aggirare il sistema, qui funziona diversamente. L’Australia è un paese in continua evoluzione, ma una cosa è certa: il duro lavoro paga sempre».
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