Switch gestiti e non gestiti in una rete: cosa sono e come funzionano
La funzione principale dello switch è quella di ricevere i dati da un dispositivo e smistarli verso un altro dispositivo nella rete: in pratica, funziona come un centralino che coordina la comunicazione tra i vari dispositivi
Uno switch è una componente fondamentale che viene utilizzata per collegare più dispositivi all’interno di una rete locale (LAN), come computer, stampanti, server e altri dispositivi.
La funzione principale dello switch è quella di ricevere i dati da un dispositivo e smistarli verso un altro dispositivo nella rete: in pratica, funziona come un centralino che coordina la comunicazione tra i vari dispositivi.
In un ufficio, per esempio, se un computer deve inviare un documento a un altro, invierà i dati allo switch, che poi li inoltrerà al destinatario finale. Il processo avviene in modo rapido e silenzioso ed è possibile proprio grazie a dispositivi come il Moxa Managed Switch. Vediamo meglio cos’è e perché è così importante all’interno delle reti informatiche.
A cosa serve
Lo switch serve a diversi scopi tra cui migliorare l’efficienza della rete e consentire ai dispositivi di comunicare direttamente tra loro senza dover passare attraverso un router. In aggiunta si occupa di gestire il traffico di rete, quindi di assicurarsi che i dati vengano inviati solo ai dispositivi a cui sono destinati. Infine lavora affinché non vi siano intoppi, rallentamenti o congestioni di dati all’interno della rete.
Ma non è tutto: lo switch consente di ottimizzare le prestazioni della rete attraverso la funzionalità “store-and-forward,” per la quale i dati vengono temporaneamente memorizzati e verificati prima di essere inviati al dispositivo di destinazione. In questo modo si riduce il rischio di errori di trasmissione e la comunicazione dei dati rimane sempre efficiente.
Usare uno switch è abbastanza semplice perché basta collegarlo alla rete utilizzando cavi Ethernet. Ogni dispositivo ha una porta Ethernet, mentre lo switch ne possiede un certo numero (ad esempio, 5, 8, 16 o più), tanti quanti sono i dispositivi da connettere. Una volta collegati, lo switch riconoscerà i dispositivi e gestirà automaticamente la comunicazione tra di essi.
Managed vs. Non gestiti
Esistono due principali tipi di switch: managed e unmanaged. La differenza principale tra i due riguarda il livello di controllo e configurazione che offrono.
Il modello “non gestito” o “unmanaged” è il più semplice da utilizzare perché non richiede alcuna configurazione da parte dell’utente. Basta collegarlo ai dispositivi affinché svolga il suo lavoro. Per tali caratteristiche è impiegato nelle piccole reti domestiche o uffici dove è presente una gestione complessa del traffico.
Lo Switch Managed, invece, si differenzia per la presenza di funzionalità avanzate con le quali amministrare, controllare e gestire reti grandi e complesse. Consente agli amministratori di configurare vari aspetti specifici, come la creazione di VLAN (Virtual Local Area Network), per segmentare la rete in sottoreti più piccole, la priorità del traffico e il monitoraggio. Questo tipo di switch, in sostanza, è adatto per reti grandi, complesse e nelle quali transitano enormi quantità di dati, tipo banche, istituti e così via.
Parliamo di un dispositivo fondamentale, utile sia a potenziare il flusso di lavoro che a migliorare la gestione del flusso di dati tra dispositivi di differenti “generazioni informatiche”: un tutto-fare silenzioso, efficiente e presente, ormai, ovunque vi siano reti.
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