“Tensioni nel carcere di Busto Arsizio”. Le nuove proteste e violenze allarmano il sindacato della Penitenziaria
Dopo nuovi episodi di disordini, Alfonso Greco denuncia un’escalation di violenze e lancia un appello al Governo per un intervento strutturale e nuove tutele per la Polizia Penitenziaria
Non si placano le tensioni all’interno del carcere di Busto Arsizio, con nuovi episodi di violenza che aggravano una situazione già critica. Nelle ultime ore, Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha denunciato l’ennesimo episodio di sommossa e disordini.
Dopo l’incendio scoppiato in una delle sezioni ad opera di sei detenuti, la situazione è ulteriormente degenerata: un detenuto classificato nella sezione “detenuti violenti” ha appiccato un incendio nella propria cella, costringendo gli agenti a un’evacuazione d’emergenza per evitare l’intossicazione degli altri detenuti. Durante l’operazione, un altro detenuto ha cercato di aggredire un agente, fortunatamente fermato dall’intervento dei colleghi.
L’episodio, per il SAPPE, è sintomatico di un quadro sempre più preoccupante. “Da un anno a questa parte l’istituto di pena bustocco sta vivendo un’escalation di eventi critici e di attacchi alla polizia penitenziaria,” riferisce il sindacato. Nonostante gli sforzi per ridurre la tensione attraverso attività ricreative e formative, il sindacato lamenta che questi provvedimenti non sembrano aver risolto il problema, rischiando invece di agevolare il movimento dei detenuti all’interno della struttura e, con esso, nuovi episodi di disordine.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sottolinea come l’intero sistema penitenziario italiano versi in uno stato di “stillicidio quotidiano”, con un elevato tasso di suicidi e continui episodi di violenza, soprattutto nelle carceri lombarde. Capece si è appellato ai vertici del sistema carcerario per un incontro urgente, auspicando riforme immediate. Tra le proposte, Capece suggerisce l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari e il trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in strutture di recupero.
«Serve una presenza forte e tangibile dello Stato all’interno delle carceri e nuove garanzie per gli agenti» – ha affermato il leader del SAPPE, rivolgendosi direttamente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, auspicando l’introduzione di strumenti di difesa come bodycam e taser e tutele legali specifiche per il personale penitenziario.
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