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Xhuljano Banaj diventa cittadino italiano a Somma. “Necessaria una riforma”

In Italia da quando aveva tre anni, segretario locale del Pd e responsabile provinciale per l'area Malpensa, ha completato oggi l'iter per divenire cittadino italiano. E racconta le difficoltà del lungo percorso

Somma Lombardo generiche

Un momento atteso da anni, a certificare – paradossalmente – quel che si è già da tanto tempo: Xhuljano Banaj è diventato ufficialmente cittadino italiano, cittadino di quella Somma Lombardo dove vive.

Segretario locale del Partito Democratico (eletto nel 2021 e confermato due anni dopo), di professione revisore patrimonale, Xhuljano – si legge Giuliano – è di origine albanese, nato a Korça, città tra i monti quasi al confine con la Grecia, culla della cultura albanese (qui nacque la prima scuola in albanese). «Sono nato nel 1998, sono arrivato in Italia nel 2003» racconta. «Dopo un anno a Ferno poi ho sempre vissuto a Somma Lombardo, dove ho fatto già le scuole elementari». 

Mercoledì ha giurato sulla Costituzione nella sala consiliare del municipio di Somma, dove è “di casa”, dal momento che si occupa di politica locale (è anche responsabile provinciale per l’area di Malpensa).

Un passaggio che sollecita anche una riflessione politica: «La riforma della cittadinanza è una riforma che si rende necessaria per evitare casi come il mio. Per evitare che ci siano persone, nate o cresciute in questo paese, private di un diritto, un diritto fondamentale per un tempo indefinito. Non mi si venga a dire che avere o no la cittadinanza non cambia niente, soprattutto da bambini. In realtà è proprio nel periodo scolastico che si sente di essere diversi rispetto ai propri compagni di classe. Perché essere bambini non significa non avere coscienza di quello che ci accade attorno. Infatti, un bambino lo capisce che qualcosa non va, se periodicamente non può andare a scuola dai propri amichetti, ma deve recarsi all’ufficio immigrazione della questura».

Somma Lombardo generiche

«Nel periodo delle superiori, ogni anno era una sfida farmi partecipare alle varie gite o ai progetti di scambio extra UE. Pensate che tutte le volte la scuola doveva preparami un plico di documenti, che poi io puntualmente portavo in questura. Tra questi, c’è ne uno che non dimenticherò mai: l’autodichiarazione di responsabilità dei professori accompagnatori, nel caso io scappassi nel paese ospitante» racconta. Passando invece alle procedure per l’ottenimento di questo documento, non pensiate che tutto sia semplice come viene descritto».

Un esempio è il fatto «che anche chi entra in questo paese prima dei 14 anni debba comunque presentare il casellario giudiziale del paese di origine».
Può apparire un passaggio facile, ma non lo è se si considera che il documento ha validità di sei mesi (periodo da far “combaciare” con la richiesta e l’esame della pratica di cittadinanza). «Io sono riuscito a farlo in extremis ed il paese era l’Albania. Non voglio pensare a chi viene da paesi dove l’ufficio anagrafe per mille motivi non esiste più».

«Per concludere, ritengo necessaria non solo una riforma della cittadinanza ma anche una sui flussi migratori. Senza discutere su chi e quanti accogliere ci tengo a sottolineare che non può essere considerato normale rischiare la vita, pagando migliaia di euro, per approdare in Europa. Per questo devono essere istituiti al più presto corridoi legali per permettere una valutazione senza rischi dei soggetti interessati a venire. In conclusione, finalmente posso dire con orgoglio di essere cittadino Italiano».

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 24 Ottobre 2024
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