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Ad Arnate il ricordo di Luciano Zaro, patriota di Gallarate ucciso dai fascisti

Nel novembre 1944 fu ucciso in casa sua dalle Brigate Nere

Commemorazione Luciano Zaro 2020

Ad Arnate, quartiere di Gallarate, si rinnova la memoria del sacrificio del ventenne Luciano Zaro, che nel 1944 pagò con la propria vita la scelta di non aderire al fascismo della illegittima Repubblica di Salò e anzi di affiancare le forze della Resistenza.

Il ricordo è previsto domenica 24 novembre, alle 10.30, in via Garegnani quasi all’angolo con piazza Luciano Zaro, la piazza del rione a lui intitolata. Un luogo rimasto caro anche alla famiglia, che – finché è stato possibile – ha ricordato quel figlio, fratello, zio sacrificatosi per la libertà.

Chi era Luciano Zaro

Luciano Zaro fu assassinato la sera del 24 novembre  1944, nella propria abitazione nella frazione di Arnate in Gallarate, mentre era assieme alla madre: i militi della Brigata Nera agli ordini del maresciallo Crosta, con il pretesto di cercare armi nascoste dai partigiani, fecero irruzione nella casa.

Il giovane Zaro rispose pacatamente ai pressanti, minacciosi interrogatori, affermando che nella sua casa non vi erano armi di nessun genere: nonostante ciò (in effetti non furono ritrovate armi), il maresciallo Crosta ne ordinò comunque l’arresto, intimandogli di seguirlo in caserma.

Il ragazzo, visti inutili i suoi argomenti di difesa, si apprestò quindi ad indossare un capo di vestiario che lo proteggesse dal freddo: all’improvviso il maresciallo Crosta, con inaudita ed inutile ferocia, gli sparò una serie di colpi di pistola, davanti alla madre impietrita dall’orrore.

Generico 2018

 

Verso la fine del 1944 la 127^ Brigata Garibaldi Sap, alle dirette dipendenze del  Cln di Gallarate, divenne la 181^ Brigata “Luciano Zaro”, in memoria del ragazzo così barbaramente trucidato. Con questo nome partecipò poi alle azioni durante l’ultimo duro inverno di guerra, poi nella primavera, fino alla liberazione della città di Gallarate al 25 aprile.

La commemorazione 2024

«Reiterare la memoria di quanti si immolarono in nome di una nuova Italia democratica e antifascista non sarà mai mero esercizio propagandistico – dicono da Anpi –  ma necessaria e doverosa informazione storica dei fatti avvenuti e consegnati alle nuove generazioni, spesso ignare del triste passato che i loro coetanei seppero con coraggio affrontare ed alla fine vincere, per consegnare a tutti noi la libertà e democrazia, in nome della Resistenza».

L’inviato è esteso al Comune, ai cittadini, alle associazioni e alle organizzazioni sindacali.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Novembre 2024
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