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Capannoni a Tornavento. “E se fosse solo un primo passo?”

Prima del consiglio comunale in cui si parlerà del progetto, il Comitato Territoriale Malpensa allarga la sguardo e porta una posizione critica su tutti i grandi progetti di espansione di Malpensa

campagnone Tornavento

“E se fosse solo un primo passo?”. Se lo chiede il Comitato Territoriale Malpensa, a proposito del progetto PaLMa, i capannoni tra Tornavento e la via Gaggio.

Un progetto che ha trovato una opposizione decisa sul territorio, per quanto resti ancora in fase di esame nel Comune di competenza, Lonate Pozzolo, dove sarà in esame del consiglio comunale oggi, giovedì 28 novembre.

E se, di fronte al rischio di cementificazione dei prati tra Tornavento e la Dogana Austroungarica, c’è stata una levata di scudi, il Comitato sottolinea invece che su altri progetti non s’è stata opposizione altrettanto ferma. Il riferimento è ai progetti inclusi nel Masterplan 2035, molto contestati dai comitati (e più di recente anche da un paio di Comuni, Samarate e Cardano al Campo) e nel frattempo approvati.

Il Comitato Territoriale esprime una posizione molto critica e contesta anche la stessa opposizione lonatese rispetto al Protocollo d’Intesa sul Masterplan 2035.

Di seguito il comunicato completo.

 

LONATE POZZOLO E IL MAXI PROGETTO DEL “CAMPAGNONE” :
UN PRIMO PASSO VERSO AEROTROPOLIS – MALPENSA?

Il “campagnone” di Tornavento : una distesa erbosa compresa tra la Via del Gaggio, la provinciale 52 , la vecchia Dogana Austroungarica; nei pressi di boschi e la valle del Ticino ad ovest.
L’area è inquadrata nel P.G.T. – Piano di Governo del Territorio – con una classe 5 di sensibilità paesistica, vale a dire una sensibilità paesistica molto alta; la classe massima esistente sul nostro territorio comunale.

Per quanto attiene le norme edificatorie è esclusa dal perimetro di iniziativa comunale orientata, quindi soggetta direttamente al PTC del del Parco Lombardo della Valle del del Ticino, inquadrata come C1 – zone agricole e forestali a prevalente interesse faunistico.

Inedificabile, quindi, dal punto di vista della previsione urbanistica.
Si può immaginare una zona , dal punto di vista urbanistico e pianificatorio, più protetta di così?

Eppure stasera in Consiglio Comunale si discuterà del maxi progetto di logistica che l’attuale Amministrazione sta prendendo, pare, in seria considerazione. L’interrogazione avanzata dalla minoranza forse sarà utile a chiarire gli aspetti della vicenda su quest’area tutelata.

Non che la passata Amministrazione possa essere presa a modello come paladina della tutela del territorio Lonatese; basti ricordare la firma del Protocollo di Intesa Masterplan 2035 sottoscritto in Regione Lombardia il 6 giugno 2022 con cui consegnava 44 ettari di brughiera al sedime aeroportuale … per la Cargo City (in sostanza la stessa funzione logistica prevista sul campagnone).

Oggi ci troviamo di fronte al deprecabile progetto di cementificazione di un’area di 200mila metri quadrati su un’area protetta. Ma come è possibile?
Quanto territorio vergine verrà sottratto, negli anni a venire, alla comunità di Lonate Pozzolo? Solo questi 20 ettari ? E se, disgraziatamente, il Decreto Aria consentisse l’ampliamento della Cargo City di Malpensa oltre l’attuale sedime, se ne aggiungeranno altri 44.

Dove vogliamo arrivare? E’ questo un primo passo verso Aerotropolis?
Futuro distopico in cui la pianificazione urbanistica ruota intorno all’attività aeroportuale e che per certi aspetti già attualmente si prefigura col Masterplan 2035 di Malpensa, il quale prevede, all’interno del sedime aeroportuale, il progetto di una Airport City.

Intervento immobiliare, questo, che non ha nulla a che vedere con la specifica gestione aeroportuale.
Si cita quanto riportato sul sito: https://aerohabitat.blogspot.com/
“Con Aerotropolis 4.0, ultima versione del progetto avveniristico ideato da Dr John Kasarda è stato riformulata l’anticipazione di oltre 10 anni fa. E’ una espansione aeroportuale che integra, l’Aerodrome, l’Airport City, con i settori dell’economia 4.0 e tecnologie intelligenti – nel contesto di pratiche di sviluppo sostenibile. Per attuare e valorizzare sistemi, infrastrutture aeroportuali di base, come traino per turismo, commerci,
apparati produttivi interconnessi per le vaste regioni asservite.

Prefigura, in parallelo, un’immagine della pianificazione “edilizia” della zona tra via Gaggio e Tornavento? L’insediamento di un polo logistico e produttivo – almeno da come sarebbe stato presentato da una società privata – che potrebbe ri-disegnare l’area verde in costruzioni, edifici, strutture commerciali, immobili, parcheggi, che in un secondo tempo troverebbero locatori e soggetti “economici” da insediare.

Con quali impatti sul territorio esistente, sulle comunità dei cittadini residenti? Con quali “esternalità negative? Di impatto ambientale, di habitat, di safety, di risk, con quali ricadute index matrix? Con quali pianificazione di trasformazione del territorio, di occupazione di aree, di delocalizzazione, demolizioni e spostamento, migrazione, “deportazione” dei cittadini?”

Vedasi, a tal proposito, il LAD (Linate Airport District), progetto di edificazione extra sedime approvato nel contesto del Master Plan di Milano Linate 2030.
Sicuramente un futuro che pochi di noi immaginano ma che, forse, e ci auguriamo di sbagliare, è già nelle previsioni. Futuro che siamo chiamati a contrastare.

Comitato Territoriale Malpensa
Il Presidente
Marziali Patrizia

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 28 Novembre 2024
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