La Venere contemporanea di Andrea Crespi è stata l’immagine di Duemilalibri
In marmo di Carrara la dea greca che emerge da un grande libro aperto è firmata dall'artista per il festival letterario
L’edizione di Duemilalibri si è appena conclusa e prosegue con Duemilalibri District e la presentazione degli autori locali, sabato al Museo MA*GA dalle 15 alle 18 con Elena Saltini, Massimo Palazzi e Paolo Cervini. Anche quest’anno l’immagine coordinata ha la firma di Andrea Crespi e si è arricchita con la presentazione dell’opera “Beauty lives in every story” in marmo di Carrara. La Venere è stata presentata in anteprima durante l’inaugurazione del Festival Letterario 2024, al Museo MAGA di Gallarate negli spazi della biblioteca di HIC Hub Istituti Culturali. L’opera resterà è stata esposta al Museo per l’intera durata del Festival, offrendo al pubblico la possibilità di ammirarla.
La scultura rappresenta una reinterpretazione contemporanea della Venere di Botticelli, creata con la cifra stilistica propria dell’artista, caratterizzato da linee fluide che definiscono armoniosamente il corpo. In questa versione, la Venere emerge da un grande libro aperto, simbolo della cultura e della trasmissione del sapere, per sottolineare che la bellezza non è solo estetica, ma profondamente radicata nella conoscenza e nella storia umana.
I libri su cui la Venere si erge non sono solo un supporto materiale, ma anche un fondamento concettuale: rappresentano il potere delle storie e della cultura condivisa, veri veicoli di bellezza e speranza. Ogni storia riflette la capacità umana di trovare il lato positivo, trasmettendo messaggi motivazionali anche nei momenti più difficili.
A rendere questa Venere unica e attuale è un braccio meccanico, simbolo del rapporto tra l’uomo e la tecnologia, in cui l’evoluzione culturale si intreccia con quella tecnologica. Questo elemento non appare freddo o alienante, ma si integra come un’estensione naturale del corpo della Venere, suggerendo che il progresso tecnologico è il risultato di un sapere profondamente umano, tramandato nel tempo.
L’opera veicola un messaggio di resistenza e resilienza: la bellezza, ancorata alla cultura e al sapere, continua a brillare in un mondo pieno di sfide. La fusione di forme organiche e meccaniche crea una sintesi tra passato e futuro, tra umano e tecnologico, dove la bellezza si afferma come valore universale in grado di unire e ispirare l’umanità.
Un aspetto distintivo di questa scultura è il suo processo di realizzazione innovativo, che unisce tradizione e tecnologia. Partendo da un blocco di marmo di circa 400 kg, l’opera ha preso forma grazie a tecnologie avanzate di lavorazione, per poi essere rifinita a mano. Questo metodo segna un passo importante verso una collaborazione sempre più diffusa tra uomo e macchina, rendendo la scultura ultra-contemporanea.
“La tecnologia sta rivoluzionando il mondo dell’arte – spiega Andrea Crespi – aprendo possibilità creative prima impensabili. Oggi, grazie a strumenti digitali e tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e la blockchain, possiamo esplorare nuovi territori espressivi e trasformare il modo in cui creiamo, fruiamo e collezioniamo opere d’arte. Per me, la tecnologia non è solo un mezzo, ma un’estensione della mia creatività. Mi permette di abbattere i confini tra il fisico e il digitale, di sperimentare con forme e concetti innovativi, mantenendo sempre un legame con la tradizione artistica. In un’epoca in cui l’arte diventa sempre più globale e accessibile, credo sia fondamentale per noi artisti adottare un approccio aperto e consapevole verso le nuove tecnologie. Non si tratta solo di strumenti, ma di nuove opportunità per ridefinire il nostro ruolo e il significato dell’arte nel mondo contemporaneo. La tecnologia è uno strumento, ma l’arte è nella visione. Non dobbiamo confondere i mezzi con il talento creativo. Un robot può creare, ma può capire l’arte?”
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