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“Prima sopravvivevo, ora vivo”. A Solbiate il racconto di Filomena Lamberti, sfregiata con acido per essersi ribellata

Vittima di violenze per anni, anche davanti ai figli, ha deciso di lasciare il marito. All’istituto scolastico Galvaligi è intervenuta con l’avvocata Paola Pesce, a confronto con ragazzi e ragazze delle terze medie

“Decido io…dico no alla violenza”: all’istituto scolastico Galvaligi di Solbiate Arno intervengono Filomena Lamberti e l’avvocata Paola Pesce. Un evento in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con il patrocinio dei comuni di Oggiona con Santo Stefano, Carnago e Solbiate Arno.

Filomena Lamberti è stata vittima per anni di violenza da parte dell’allora marito: quando ha scelto di allontanarsi, di andarsene, nella notte del 28 maggio 2013 l’uomo le  ha rovesciato addosso sul viso acido solforico. «Intorno a me non c’è stato un interessa mediatico, la mia vicenda è stata presa alla leggera» ha raccontato. Eppure anche episodi come il suo hanno alzato l’attenzione: «I casi successivi hanno visto anche condanne più severe».

L’iniziativa proposta al Galvaligi comprende testimonianze di vittime di violenza ed è stata inaugurata lunedì con una serata per i genitori, seguita da un incontro dedicato alle classi terze.
Dopo l’appuntamento dedicato ai genitori, martedì 5 novembre le classe terze hanno incontrato appunto Filomena Lamberti e seguito la presentazione del centro antiviolenza “Spaziodonna” di Salerno da parte dell’avvocata e operatrice Paola Pesce.

Preparati a dovere preparate a dovere grazie al percorso di cittadinanza e costituzione coordinato dal professor Giovanni Bonomi e alla lettura del libro Un’altra vita narrante la storia dell’ospite, sono stati accompagnati per mano dell’avvocata Pesce in un percorso sulla storia dei diritti delle donne.
L’intervento ha avuto un focus sulla libertà di scelta a lungo negata alle donne portando, partendo dalla Riforma Gentile che ha determinato che le donne potessero leggere solo libri che educavano al culto della donna nel focolare domestico e dal diritto di voto a lungo negato alle donne italiane (fino al 1945), alle norme del delitto d’onore e del matrimonio riparatore. Agli studenti è stata lasciata speranza presentando il contenuto del Codice Rosso, simbolo di una rinnovata possibilità di esercizio di libertà.

È seguito l’intervento di Filomena Lamberti e le domande degli studenti curiosi sulle vicende e il rapporto che l’ospite ha attualmente con i figli. Parte della storia che ha vissuto è anche la cosiddetta “violenza assistita”: «Mi picchiava in loro presenza, costringendoli ad assistere: è la cosa che ancora oggi non mi perdono».

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Pubblicato il 05 Novembre 2024
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