Sala strapiena per l’ospedale di Gallarate. “Non ci fidiamo più delle rassicurazioni a parole”
All’appello delle minoranze rispondono quasi duecento persone. Presente anche Forza Italia che annuncia una presa di posizione sul tema
Sala strapiena per l’assemblea pubblica lanciata dalle minoranze di Gallarate per richiamare l’attenzione sul destino dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
In sala tanti cittadini, le associazioni dei malati cronici e dei loro familiari, diverse persone dai paesi limitrofi, oltre ovviamente a simpatizzanti dei partiti e delle liste civiche di opposizione, i consiglieri regionali Astuti (Pd) e Luca Ferrazzi (gruppo misto).
La presenza che fa più notizia è forse la presenza anche di una delegazione di Forza Italia, “una forza di maggioranza che ringraziamo”, ha sottolineato – per i promotori – Sonia Serati di PiùGallarate.
Delegazione forzista corposa, con il segretario Nicola Mucci, la consigliera Belinda Simeoni, l’ex assessore Aldo Simeoni, il responsabile provinciale seniores Roberto Delodovici.
Massimo Gnocchi (Obiettivo Comune Gallarate) ha ricostruito i diversi passaggi a partire dal novembre 2021; Michele Bisaccia ha ricostruito il piano di Asst, ad oggi l’unica proposta ufficiale sul destino dei servizi sanitari che rimarranno in centro città. “Ad oggi l’Ospedale di comunità non ci starà”.
Cesare Coppe (Città è Vita) ha sottolineato gli aspetti più politici, in particolare con il passaggio del consiglio di luglio che aveva votato – a maggioranza – la mozione del centrodestra. Coppe ha ribadito la necessità di una “risposta istituzionale compatta e unita”, per cui si era chiesta partecipazione anche alla maggioranza, al sindaco e alla giunta.
Coppe ha anche criticato l’ultima uscita – nel tardo pomeriggio, a poche ore dall’assemblea – del presidente Fontana e del sindaco Cassani, con le rassicurazioni sull’Ospedale di comunità. “Sono i documenti a smentire le promesse del presidente Fontana” ha contrattaccato Coppe. “Sistematico depistaggio” l’ha definito poi il consigliere regionale Luca Ferrazzi.
“Regione aveva dato come garanzia a fronte dell’ospedale unico una serie di servizi. A fronte di questi slogan, a fronte della richiesta anche della maggioranza, il 22 ottobre ci portano una risposta che dice che rimarrà ben poco. Gallarate rimane con in mano nulla” sintetizza Giovanni Pignataro (Pd). “Non possiamo più accontentarci di promesse e rassicurazioni a parole”.
Nicola Mucci, ex sindaco e segretario di Forza Italia, ha spiegato le ragioni dell’evolversi della posizione forziste. Ha detto che il piano di Asst crea una prospettiva diversa da quella concordata precedentemente tra la maggioranza e il DG Welfare della Regione. Di fronte ai tentativi di mediazione “a luglio ci viene detto ‘No, si va in aula e si vota No’”alle proposte delle minoranze. E alla fine ha annunciato una mozione di iniziativa FI su Ospedale di comunità” rivedendo la previsione di due sedi su Somma. “E qualora non si arrivi a un accordo impegniamo il sindaco a non sottoscrivere il secondo accordo di programma”, quello per la vendita delle aree, che serve per poter mandare avanti l’ospedale unico.
Nel corso del dibattito sono intervenuti Walter Mason del Comitato Diritto alla Salute; Antonio Longo del Movimento Federalista Europeo; Angela Greco, cittadina samaratese; Giampiero Camatta dello Spi Cgil; Samuele Astuti consigliere regionale del Pd; Giulia Quaglini dell’associazione Parkinson; Luca Ferrazzi consigliere regionale Gruppo Misto; Pietro Paparella infermiere; Nicola Mucci, segretario cittadino di Forza Italia; Carlo Naggi delle Acli Gallarate.
Massimo Gnocchi (Ocg) ha concluso chiedendo “un confronto franco” da qui in avanti. Giovanni Pignataro ha contestato alla maggioranza tutta di aver sempre votato compatta, un richiamo alle responsabilità che vede in Gorza Italia. Ma ha concluso anche che l’obbiettivo da qui in avanti deve essere “continuare a incalzare” Regione perché dia risposte.
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