Sanità privata al posto dell’ospedale di Gallarate? “Strumentalizzazione”
Francesca Caruso contrattacca, dopo le critiche del centrosinistra che aveva segnalato le parole del consigliere di Fratelli d'Italia che evocava l'insediamento di cliniche private negli spazi del Sant'Antonio Abate. "Straziante tentativo di avere visibilità"
Il centrosinistra vuole strumentalizzare «una riflessione più profonda fatta da un consigliere comunale, tra l’altro estrapolata nell’ambito di un contesto più ampio»: Francesca Caruso, tra i più “alti in grado” di Fratelli d’Italia, contrattacca sul “caso” delle dichiarazioni del consigliere comunale Alessio Imbriglio, che aveva evocato una futura cessione alla sanità privata dei padiglioni oggi del Sant’Antonio Abate.
Il destino dell’ospedale nel centro cittadino, una volta che sarà pronto l’ospedale unico (non meno di dieci anni, da oggi), è il tema che sta dividendo la politica in queste settimane, anche pezzi del centrodestra (specificamente Forza Italia) hanno manifestato preoccupazione.
Il consigliere Imbriglio, nella più ampia lettera sul futuro nuovo polo ospedaliero unificato, evocava anche l’ipotesi di riutilizzo delle strutture dell’attuale Sant’Antonio Abate da parte di realtà della sanità privata o convenzionata.
Parole che hanno suscitato la reazione delle opposizioni, dal Pd alla civica Obiettivo Comune Gallarate, passando per i centristi di Città è Vita.
Per Francesca Caruso però la polemica su quelle parole è «l’ennesimo disperato e straziante tentativo di cercare spazio sui giornali», che fa passare in secondo piano gli investimenti per il nuovo ospedale unico e l‘hub delle emergenze all’ex deposito dell’Aeronautica Militare. E i dubbi rispetto alla sanità privata l posto di quella pubblica, evocati dal centrosinistra, vengono derubricate a «fake news, bufale e balle».
Di seguito l’intervento integrale di Francesca Caruso
La posizione di Fratelli d’Italia è chiara e lineare fin dall’inizio.
Ormai è sempre più chiaro che il centrosinistra gallaratese sia solo ed esclusivamente in campagna elettorale, rendendo ogni giorno prova di qualsiasi strumentalizzazione a scapito dei cittadini.
Prima sul tema dell’ospedale di comunità, puntualmente smentita, oggi riprendendo frasi di un consigliere comunale per aprirne un dibattito tra sanità pubblica e privata.
Cosa pensa il Pd del più grande investimento realizzato negli ultimi anni che trova forma in un vero proprio ospedale unico PUBBLICO candidato a diventare una eccellenza in Lombardia e in Italia?
Cosa pensa il Pd della riqualificazione di un luogo che diventerà il più grande centro di emergenze del nord Italia, con tecnologie e formazione all’avanguardia per gli operatori?
Cosa pensa il Pd dell’attuale situazione del Sant’Antonio Abate? Ha bisogno o meno di una totale rivalorizzazione dei servizi che possa essere complementare a quella di una moderna struttura di eccellenza?
Le fake news, le bufale e le balle che in queste settimane sono state confezionate in modo strumentale farebbero sorridere se non si trattasse di inventare costruzioni apocalittiche sulla salute di noi cittadini.
Fratelli d’Italia si è inserito poche volte in questo dibattito proprio per evitare un affollamento di dichiarazioni e comunicati stampa che andassero a creare confusione.
Però, riuscire a strumentalizzare anche una riflessione più profonda fatta da un consigliere comunale – tra l’altro estrapolata nell’ambito di un contesto più ampio – mi sembra davvero eccessivo e l’ennesimo disperato e straziante tentativo di cercare spazio sui giornali.
Siamo tutti nella difesa dei servizi essenziali per la cura della nostra collettività, sia in quanto rappresentati delle istituzioni ma, in primis, in quanto cittadini di quel territorio. Anche perché, alcune volte leggo dichiarazioni che sembrano essere fatte da turisti e non da rappresentanti dei territori di cui si parla.
Vogliamo iniziare a parlare della grande opportunità per i nostri figli di vedere realizzata una grande eccellenza nel luogo in cui vivono?
E, su questo, possiamo esserne almeno tutti d’accordo?
Assessore alla Cultura Regione Lombardia
Francesca Caruso
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