Un patrimonio di comunità: gli archivi alla Casa del Popolo di Cardano
Un complesso di 1560 fascicoli, da sei diverse realtà, partiti e associazioni. Dai nomi ai conti delle forniture, alle grandi battaglie: l’insieme sarà tutelato anche dallo Stato
“È un patrimonio di comunità: la memoria passa attraverso i documenti, la lotta politica, la socialità”. È l’archivio custodito alla Casa del Popolo di Cardano al Campo: un complesso di migliaia di documenti, prodotti da sei realtà diverse, ora riordinati, messi ‘in sicurezza’, messi a disposizione della ricerca.
L’intervento è stato curato dalla cooperativa Caeb, specializzata proprio nella tutela degli archivi: “Un riordino – spiega Gabriele Locatelli di Caeb – finanziato dal Ministero, ottenuto a giugno 2024, per il riconoscimento di un complesso che mette insieme sei enti produttori: cooperativa Casa del Popolo, Pci, PSI, cooperativa agricola, Anpi, Arci” (circoloche mette insieme ragazzi del Pci ed extraparlamentari, attivo fino al 1991).
“Ma poi dentro in ogni ente ci sono altri cinque produttori, ad esempio l’archivio Antonio Martines nel fondo Psi o la Bocciofila dentro al fondo Casa del Popolo” continua Locatelli.
Il 14 novembre verrà dato l’annuncio di avvio di notifica, “che significa che il complesso sarà tutelato dallo Stato ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio”.
Complessivamente si tratta di 1560 fascicoli o registri, raccolti in 147 faldoni, che – messi in fila – sono circa venti metri lineari, una unita di misura usata in archivistica (perché i documenti occupano spazio fisico). [le foto id=1762566] Locatelli con Enrico Franzioni, presidente della Casa del Popolo dal 2002 al 2022
L’ente produttore più prolifico è il Pci con 511 fascicoli, poi la Casa del Popolo 438, mentre il PSI ha prodotto 251 fascicolo tra 1945 e 1993.
I documenti vanno dal 1905 – anno di nascita della cooperativa Casa del Popolo – al 2021 (con gli ultimi documenti Anpi depositati).
Dentro a ogni ente ci sono documenti che raccontano aspetti “alti” e anche minimi: dai costi del vino al conto degli assalti fascisti del 1922, i verbali dei dibattiti e le iniziative locali di grandi battaglie, l’accoglienza dell’immigrazione dal Sud, il pacifismo ai tempi degli Euromissili a Comiso, dai referendum alla solidarietà ai tempi delle guerre jugoslave. O – per fare altro esempio dall’archivio Arci – le tante iniziative internazionaliste a fianco dei corsi di ginnastica.
“Ma ad esempio ci sono anche le lettere delle segreterie degli altri partiti, come la Dc” continua Locatelli. “Per cui qui c’è un pezzo della storia di altri soggetti politici di Cardano”.
Un patrimonio da oggi disponibile anche per ricercatori, che hanno possibilità di accedere a un fondo archivistico che dà una immagine straordinariamente ampia e compatta del movimento operaio prima in un paese agricolo e poi in una cittadina industriale.
La presentazione, alla presenza della Soprintendenza ai beni archivistici e biblografici, si terrà giovedì 14 novembre alle ore 18, alla Casa del Popolo di via Vittorio Veneto 1
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