Busto Arsizio vuole più università in città dall’Insubria. Al via i corsi per i dipendenti comunali
Il primo settore a beneficiarne sarà quello delle educatrici di nidi e materne ma il sindaco Antonelli chiede all'ateneo uno sforzo maggiore su Busto: "Vi abbiamo dati ampi spazi. Fate di più"
L’Amministrazione comunale e l’Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Scienze Umane e dell’Innovazione per il Territorio, hanno siglato una convenzione – quadro per la realizzazione di percorsi formativi e di aggiornamento professionale del personale dipendente del Comune, con particolare riferimento al personale educativo.
L’iniziativa è stata pensata e coordinata da Daniela Martelli, dirigente del personale del comune di Busto Arsizio,
che ha sottolineato l’importante connubio con l’università dell’Insubria. La formazione partirà coi servizi educativi e si allargherà ad altri settori.
Soddisfatto l’assessore al Personale Mario Cislaghi che ha sottolineato come la formazione stia diventando fondamentale per i dipendenti pubblici chiamati sempre più ad affrontare sfide importanti che li attendono in questi due anni e mezzo per un buon utilizzo dei fondi Pnrr e alle quali devono essere pronti.
Sulla stessa Antonelli il sindaco Emanuele Antonelli che poi sferza l’università a fare di più a Busto Arsizio: «Per spendere bene i soldi ci vuole professionalità e noi vogliamo che i nostri dipendenti, che sono già bravissimi, migliorino ancora. All’università dico: vi abbiamo dato più spazi anche a discapito della Polizia Locale che è ristretta in spazi risicati. Ora portate qui facoltà e studenti perchè noi vogliamo essere parte dell’Insubria».
Alle parole di Antonelli ha risposto Paola Biavaschi, direttrice dipartimento scienze umane e innovazione per il territorio: «Il nostro nuovo rettore ha detto chiaramente che Busto Arsizio ha la stessa dignità di Varese e Como. Per noi è importante la questione logistica e qui abbiamo già il polo di biologia che è molto importante».
L’accordo suggellato venerdì nasce dalla volontà dell’Amministrazione Comunale di favorire la collaborazione con l’Università del territorio, nella duplice ottica di valorizzarne la presenza in città e nel contempo di promuovere la crescita professionale del proprio personale, a cui è offerta la possibilità di acquisire esperienze di aggiornamento qualificate e funzionali all’attività lavorativa e quindi al miglioramento dei servizi alla cittadinanza.
Con la firma della convenzione, l’Amministrazione riconosce il valore culturale, economico e sociale dell’ateneo del territorio e la qualità dell’insegnamento e dei progetti di ricerca che la caratterizzano. Nello stesso tempo, attraverso i corsi, si rafforza la presenza dell’ateneo in città e per la città, una presenza non rappresentata unicamente nel polo universitario che ha sede negli spazi comunali di Villa Manara e dei Molini Marzoli.
L’iniziativa arricchisce ulteriormente e qualifica la programmazione delle attività formative che l’Amministrazione mette in campo ogni anno a favore dei propri dipendenti. Insieme, Comune e Università contribuiscono a creare “valore pubblico”, inteso come benessere complessivo (multidimensionale, e cioè sia economico, sia sociale, sia
culturale) della comunità.
La convenzione prevede in particolare tre percorsi formativi che si svolgeranno nel 2025, spiegati dal professor Paolo Nitti, ricercatore in linguistica educativa e glottididattica:
1) un corso di Alta Formazione Universitaria dedicato alle educatrici di nidi e materne (66 in totale), con rilascio di crediti formativi, a seguito di esame finale, in programma a giugno 2025. Il corso, di 40 ore, è distinto in base alla specificità del ruolo delle educatrici in due moduli, uno per la fascia 0-3 anni e uno per la fascia 3-6 anni.
I crediti formativi possono essere riconosciuti nei diversi percorsi di laurea e pertanto la scelta di affidare all’Università i corsi di formazione risulta vantaggioso, in particolare per il personale educativo per il quale attualmente è previsto il possesso del diploma di laurea per l’accesso alla Pubblica Amministrazione;
2)un corso di 12 ore sulle competenze trasversali, le cosiddette “soft skill”, con l’obiettivo di migliorare le capacità relazionali e comportamentali, al di là delle le competenze prettamente tecniche e professionali. Tra i temi oggetto di approfondimento la scrittura professionale, la risoluzione dei conflitti, la comunicazione e studi di genere, il lavoro di squadra e il pensiero critico;
3)un corso di management “Dirigere la PA nell’era digitale”, rivolto ai Dirigenti, per un totale di 24 ore, con esame finale e rilascio di crediti.
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