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Intitolazione per Ramelli, la provocazione degli Antifascisti: “Proponiamo via i fascisti da Busto Arsizio”

Non si placano le polemiche dopo il voto alla mozione di Fratelli d'Italia per intitolare uno spazio al militante di destra ucciso nel 1975 da estremisti di sinistra

comune municipio busto arsizio

Il Comitato antifascista di Busto Arsizio commenta l’approvazione della mozione portata da Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Busto Arsizio, per intitolare un luogo della città a Sergio Ramelli. L’approvazione, dopo alcuni mesi di discussione più sui giornali che ne i luoghi deputati a tale scopo, è arrivata giovedì sera coi voti della sola maggioranza e nemmeno tutta, vista l’astensione di Alex Gorletta della lista civica Antonelli sindaco. Di seguito la nota del comitato

Una testata online intitola: più di mille vittime negli anni di piombo, Busto Arsizio sceglie di ricordare solo Sergio Ramelli. Cogliamo il “la” dato dal titolo per sottolineare PROPRIO Sergio Ramelli. Chi era Sergio Ramelli? Ramelli era un giovane militante del Fronte della gioventù ben noto nella scuola in cui studiava, l’ITIS Molinari di Milano, per le sue posizioni politiche marcatamente fasciste, da lui diverse volte rivendicate in pubblico e che fu vittima di un’aggressione avvenuta nel lontano 1975, da parte di alcuni esponenti legati ad Avanguardia Operaia, che ne provocò la morte. Intitolare una via è dare un segno, segnare un territorio, dare proprio una via, una direzione.

Per questo si usa la morte di un giovane in mezzo al cimitero di quegli anni. Si, perché quelli furono anni veramente duri, dove spesso lo scontro politico si trasformava in violenza aperta, fisica a volte brutale. Furono anni attraversati da forme evidenti di estremismo praticate non solo da una parte politica. Forse proprio da qui si sarebbe dovuti partire, se si fossero veramente voluto contrastare certe dinamiche attraverso una più attenta riflessione storica. Perché? Lo abbiamo già detto in altri comunicati stampa: rifarsi una faccia politica persa alla Storia e alla civiltà cento anni fa e per anni successivi, e ripresa dalla manovalanza delle bombe su treni, stazioni, piazze.

Non solo, questa via ha una direzione contraria a ciò che ha tenuto insieme questo Paese ed è base per un rilancio dello stesso: la Costituzione tradita attraverso accomodamenti tra le parti, tanto che si succedono i governi e si arriva a Casa Pound che può sfilare tranquillamente inneggiando al fascismo davanti alla stazione di Bologna. L’altra sera per maggioranza di voti in consiglio comunale a Busto A. all’intitolazione Ramelli di un luogo pubblico è stata di nuovo sfregiata la democrazia e bene ha detto un consigliere di opposizione che quel ragazzo aveva idee sbagliate.

Se non lo si dice, insieme alla condanna della violenza e il dolore per la morte, non si trae la conseguenza: nessun luogo pubblico è intitolazione a quella memoria, altrimenti va bene tutto e pericolosamente non si dà il limite. La morte di Ramelli fu un fatto tragico, uno dei molti di quegli anni, ma l’ideologia di cui Ramelli era esponente
rappresentava e rappresenta tuttora il rifiuto più totale della democrazia, l’idea della restaurazione di una società autoritaria ed antilibertaria che soffochi nella violenza il conflitto sociale, che riporti l’ordine annientando il dissenso, per cancellare definitivamente ogni traccia di dialettica democratica: non si tratta di certo di una opinione degna di particolare rispetto e dignità! Un tentativo di comporre il contrasto attraverso una via dedicata a tutte le vittime degli anni di piombo, proposta dall’opposizione è stato radicalmente respinto; la revanche della non ragione non ammette altre ragioni.

Le nostre idee politiche sono chiare, stiamo da una parte ben precisa: siamo anzitutto antifascisti e molti di noi anche comunisti, ma la proposta di una intitolazione a tutte le vittime degli anni di piombo ci avrebbe messo di fronte a qualcosa su cui avremmo potuto e dovuto riflettere, viceversa il suo netto rifiuto ha chiuso ad ogni ragionevole confronto. Ecco così rieditato dopo più di 40 anni lo sfascismo, quel gioco a minare le fondamenta democratiche per arrivare ad altro. Si tratta di uno sfregio ala democrazia! In Giappone l’arte del Kintsugi usa riparare le rotture con l’oro, ed ecco la nostra intitolazione: Via i fascisti da Busto Arsizio!

Consapevoli che Busto, così fosse, potrebbe contare molto meno dei suoi ottantamila cittadini, ma che prima della maggioranza (anche Hitler fu votato ed eletto, ma in milioni nel mondo se ne sarebbero accorti da lì a poco) ci sono i principi e le regole democratiche oltre una Storia cittadina di Resistenza, da rispettare e coltivare, che vide Busto Arsizio insignita della Medaglia di Bronzo per la Resistenza e insignita nel 1979 dal Ministero della Difesa della Medaglia di Bronzo al Valor Militare anche per aver trasmesso il primo annuncio della Liberazione di Milano attraverso la stazione locale dell’EIAR. Infine, in coerenza con contenuti e le scelte che questa maggioranza assume, suggeriamo che i loro rappresentanti partecipino a celebrazioni quali il 25 aprile, il Giorno della Memoria, le celebrazioni per il Venegoni o i Martiri della Comerio, in forma di cartonato!

Pubblicato il 02 Dicembre 2024
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