La minaccia di Ryanair: “Stop all’aumento della tassa aeroportuale in Italia, altrimenti rivediamo i nostri piani”
L'aumento di 50 centesimi rilancia la battaglia della low cost contro l'addizionale comunale d'imbarco, che anche in altri casi ha usato la politica del "bastone e la carota" per convincere i singoli aeroporti a rinunciare
Ryanair torna ad attaccare l’Italia sulla questione della “tassa d’imbarco”, la addizionale comunale che il governo vuole aumentare di 0,50 euro, cinquanta centesimi in più per ogni passeggero in partenza.
È una battaglia che vede da tempo la low cost in prima linea, contro quella tassa che in origine era pensata per “risarcire” i Comuni sede di aeroporti dei disagi, anche se nel tempo ha in parte cambiato natura, visto che molte risorse sono state a lungo trattenute dallo Stato centrale.
La compagnia di base in Irlanda (dove si pagano meno imposte; 19,2 miliardi di utili nel 2023) è allergica alle tasse locali, considerate un peso, e spesso ha usato una politica del bastone e della carota, facendo pressione sugli aeroporti per ottenere condizioni più favorevoli.
La compagnia chiede al governo di ripensarci e dice che l’aumento di 50 centesimi “costringerà le compagnie aeree, come Ryanair, ha [sic] rivedere i propri piani per l’Italia nel 2025, con gravi conseguenze per la connettività, il turismo e i posti di lavoro, in particolare a Roma dove è necessaria una maggiore connettività aerea per sostenere il turismo in entrata nell’Anno Giubilare”.
Insomma, la low cost sarebbe disposta a rinunciare a una parte dei suoi introiti in Italia se non si facesse marcia indietro sulla decisione di Roma che definisce «arretrata» e «in netto contrasto con quanto fatto da altri Paesi europei, come la Svezia, l’Ungheria, l’Irlanda e la Polonia che stanno abolendo le tasse sull’aviazione o riducendo i costi di accesso per promuovere la crescita del traffico».
Spesso, si diceva, Ryanair ha usato la politica del bastone e della carota, minacciando di “ritirarsi” da singoli aeroporti (minaccia ad esempio rivolta a Torino Caselle) e puntando sugli scali che fanno pagare meno tasse locali: un esempio che ha fatto discutere era stato lo scontro tra Venezia e Trieste dopo che il Friuli Venezia Giulia aveva abbassato le tasse per essere più competitivo e attrarre il vettore irlandese.
E questa politica di competizione viene citata anche oggi: “l’Italia non deve fare altro che guardare alla Calabria e al Friuli Venezia Giulia per capire come far crescere la connettività, il turismo e l’occupazione: entrambe queste Regioni hanno preso la decisione lungimirante di abolire l’addizionale comunale e, di conseguenza, Ryanair ha messo in campo un piano di crescita super potenziata”. Anche se questo – come nel caso del Nord-Est – semplicemente significava spostare velivoli da Venezia a Trieste, per lasciare meno tasse sul territorio.
Peraltro l’associazione dei gestori aeroportuali è favorevole a ridurre la tassa, che non genera utili per loro ma solo per lo Stato e per i territori su cui insistono gli scali.
Cos’è la tassa d’imbarco
Va detto che non tutte le risorse della “addizionale comunale aeroportuale” rimangono sul territorio, anzi: a dire il vero attualmente lo Stato introita la maggior parte delle risorse e la distribuzione ai Comuni è sempre stata piuttosto complicata.
La “tassa d’imbarco” è stata infatti istituita dalla finanziaria del 2004 (legge 350/2003) e si chiama in realtà ufficialmente “addizionale comunale sui diritti d’imbarco”: è dovuta ai Comuni che mettono a disposizione una parte del loro territorio come sedime aeroportuale.
La tassa viene pagata da ogni passeggero sul biglietto in partenza dall’Italia, il gestore aeroportuale la versa allo Stato.
Pur essendo una tassa a beneficio degli enti locali, viene gestita dal Ministero dell’Interno con opportuni trasferimenti. Nei fatti però lo Stato ha trattenuto quote consistenti del gettito, denunciano i Comuni: il grosso del gettito finisce soprattutto nel “Fondo di solidarietà trasporto aereo“, ammortizzatore sociale aggiuntivo a cui attinge soprattutto l’ex Alitalia.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.