L’arresto dell’iraniano Abedini a Malpensa collegato con quello di Cecilia Sala a Teheran?
Il collegamento tra l’arresto di Abedini e quello di Sala è uno dei temi sul tavolo in queste ore. La possibilità che l’Iran "utilizzi" l'arresto della giornalista italiana per forzare la mano sulla liberazione del proprio concittadino detenuto nel carcere di Busto Arsizio è un’ipotesi che fanno in molti esperti dell’area
L’arresto di un cittadino iraniano a Malpensa e poche ore dopo il fermo di Cecilia Sala a Teheran, capitale dell’Iran. I due fatti non possono non essere collegati ed ormai tutti ne parlano. Il primo a sollevare la questione è stato Guido Olimpio sul Corriere della Sera, ma non è l’unico.
Unire i puntini è abbastanza immediato: il 16 dicembre alle 17:45 il fermo a Malpensa, dove era in transito da Istanbul, di Mohammad Abedini, 38enne di Teheran, ritenuto responsabile, secondo l’Autorità Giudiziaria statunitense, di associazione per delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act e alla fornitura di supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRCG). L’uomo avrebbe fornito componenti elettroniche utilizzabili per la costruzione di armi letali, inclusi droni. Da specificare c’è che le Guardie Rivoluzionarie non sono un gruppo terrorista extrastatale, ma proprio una articolazione dello Stato iraniano (per la UE ad esempio non è considerato un gruppo terroristico in senso stretto).
Pochi giorni dopo, il 18 dicembre, l’arresto di Cecilia Sala, giornalista italiana de Il Foglio e di Chora Media, portata in una cella d’isolamento nella prigione di Evin, dove vengono detenuti dissidenti iraniani e cittadini stranieri. Un arresto senza motivazioni chiare, violazioni evidenti o comportamenti sospetti: Sala aveva un visto, aveva concordato con le autorità iraniane le interviste che avrebbe fatto, oltre ad essere stata più volte in Iran e sapere quindi come muoversi, cosa scrivere e cosa non scrivere, quali temi toccare e quali no.
Il collegamento tra l’arresto di Abedini e quello di Sala è quindi uno dei temi sul tavolo in queste ore. La possibilità che l’Iran “utilizzi” l’arresto della giornalista italiana per forzare la mano sulla liberazione del proprio concittadino detenuto nel carcere di Busto Arsizio è un’ipotesi che fanno in molti esperti dell’area, una procedura già più volte utilizzata da Teheran in passato e che potrebbe essere attuata anche in questo caso.
Di allerta per i cittadini italiani ha parlato l’attivista iraniana Parisa Nazari, farmacista, laureata alla Sapienza di Roma, nata in Iran e residente in Italia dal 1996: a RadioUno ha detto che dal 17 dicembre, cioè dal giorno dopo l’arresto di Abedini a Malpensa, è stato lanciato un avviso ai cittadini italiani residenti in Iran, potenziali obiettivi del regime. E Cecilia Sala potrebbe essere l’oggetto di questa spregiudicata, ma già più volte attuata, strategia.
Tutte ipotesi al vaglio delle autorità, la diplomazia sta facendo i propri passi e ogni altro fronte in questo momento è poco utile aprirlo. L’unica cosa che conta è che Cecilia Sala torni a casa in fretta, sana e salva.
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