Pagelle Pro Patria: sfilza di insufficienze, centrocampo sottotono, Colombo schiera invano tutte le punte
Sconfitta fotocopia alla gara inaugurale del campionato. Alla vigilia del girone di ritorno mister Colombo aveva spronano la squadra a crescere, ma di progressi se ne sono visti pochi. I soliti problemi: si subisce il goal alla prima difficoltà, si crea troppo senza segnare (quasi) mai
In casa del Renate Pro Patria replica in tutto e per tutto la sconfitta di misura dell’andata, cadendo per la sesta volta in 20 partite: un dato che non sarebbe di per sé preoccupante, se non fosse per i soliti problemi, di cui si scrive oramai da mesi: si concedono pochi tiri eppure il pallone lo si raccoglie dal fondo della rete con regolarità (20 goal subiti in altrettante partite, non consecutive); si fa tanto possesso palla, eppure si esulta pochissimo, sia per i goal fatti (appena 14), sia per le vittorie, solo 2 dall’inizio della stagione. E non vincere mai, nell’era dei 3 punti, a partita inizia a essere deleterio.
(foto copertina d’archivio, scattata da Roberta Corradin la scorsa stagione)
In particolare nella sconfitta di Meda tante perplessità sull’approccio e il ritmo sterile mostrato dai tigrotti, che sapevano i punti di forza degli avversari eppure ci sono cascati di nuovi. Dispiace essere severi con una squadra giovane, ma la classifica (e non solo la classifica) lo impone, perché la classifica inizia a essere brutta.
ROVIDA 5,5: La reattività mostrata in avvio di partita sulla conclusione di Plescia da dentro l’area, dopo neanche 2 minuti, sembrava aver spezzato la maledizione del goal subito al primo tiro. Ma il bell’intervento è solo illusorio, perché al 23′ Vassallo su una respinta fa partire un diagonale da fuori area che passando tra una selva di maglie lo sorprende malamente. In questo delicato momento se si vuole uscire dalla crisi servono gli straordinari da parte di tutti, e nelle ultime settimane il #1 non sta facendo la differenza.
BASHI e CAVALLI 6: Al di là dei due episodi sopracitati non si registrano altri particolari pericoli vissuti dalla retrovia bustocca, che comunque al triplice fischio concede i tre punti al Renate. Anzi il maggior pericolo neroazzurri, Bocalon, viene ben intrappolato e impossibilitato ad agire da boa. Qualche difficoltà in più a tenere a bada i movimenti di Plescia e la velocità di Egharevba in contropiede, quest’ultimo comunque sempre fermato prima dell’ultimo passaggio o della conclusione.
ALCIBIADE 6,5: Con una chiusura in tackle impedisce il colpo in contropiede che avrebbe letteralmente mortificato un ambiente il cui umore pare essere abbastanza basso. Continua il tiro al bersaglio da fuori area, una delle poche soluzione offensivi con cui i tigrotti sembrano essere in grado di colpire in questo triste mese in cui i punti raccolti sono appena 3 su 15 (sconfitta con l’Alcione e Renate e poi i tre 1-1 consecutivi).
SOMMA 5: Dopo appena due minuti consegna, seppur involontariamente, a Plescia un pallone criminoso che fortunatamente Rovida riesce a neutralizzare. Considerando il risaputo cinismo del Renate, squadra maestra del cortomusismo, la mancata spazzata ha seriamente rischiato di scrivere la parola fine quasi prima del fischio di inizio. Male anche dopo la linea di metà campo, dove da settimane ormai si vede che lo smalto per giocare palloni interessanti alle punte è del tutto consumato. La fotografia della mancanza di ossigeno è un brutto pallone svirgolato, che a momenti si perde in fallo laterale, sulla respinta al tiro di Beretta.
dal 67′ TOCI SV – Venti minuti di confusione in un all-in disperato. Non era parso al meglio della condizione in settimana (così era stato detto) e infatti lascia il campo prima del triplice fischio, dopo 20 minuti scarsi. Scelta tattica, cambio preventivo o obbligato? Sarebbe stata una domanda da fare a Colombo in sala stampa, ma al suo posto si presenta Turotti per parlare a quattrocchi con tutto l’ambiente. Questioni di priorità.
dal 87′ CURATOLO SV – Gettone che fa solo statistica, individuale e di squadra: con il suo ingresso per la prima volta tutto il reparto offensivo: è la sesta volta che il mister schiera tutti e 5 gli attaccanti, anche se raramente se ne erano visti 4 contemporaneamente in campo.
FERRI 5,5: Nel primo tempo il centrocampo della Pro Patria è letteralmente sovrastato da quello dei brianzoli, che ha proprio un altro passo e impedisce ai tigrotti di varcare la trequarti campo, almeno fino al 30′. Cresce nella ripresa, se non di qualità, almeno di quantità. Ed è quello che in certe partite serve.
NICCO 5: Fatta eccezion per una conclusione – sempre da fuori e comunque respinta dal Renate – la partita del capitano, durata appena 45′, è stata impalpabile, come tutta la prestazione del centrocampo. almeno dal punto di visto morale, dal capitano ci aspetta sempre di più, come appunto fatto nelle ultime partite, invece la squadra da lui guidata nel primo tempo è stata sia sotto ritmo sia sotto tono.
dal 46′ MEHIC 5,5: Si dà da fare ma nella tenaglia di maglie, praticamente 21 nella metà campo del Renate, non trova gli spazzi né per inserirsi né per servire i compagni. E l’unica volta che ha sui suoi piedi un pallone interessante in area non ha la scaltrezza né la prontezza per trovare una soluzione efficace. Però, in generale, ci prova e lotta, e di questo gliene fa dato atto.
MALLAMO 5: Girone complicato quello del vizzolese, che poche volte è riuscito a replicare quanto di buono visto l’anno scorso. È vero che la Pro Patria l’anno scorso giocava diversamente, non disprezzando il calcio di rimessa, e che forse la mancanza di spazi di campo (e la posizione più da mezzala che da mediano) quest’anno possono aver minato certezze, ma al di là della tattica (che fa venire una testa così al direttore sportivo Turotti) quest’anno di battaglie vinte a centrocampo se ne sono viste poche, così come di giocate di qualità nell’area di rigore avversaria. La partita di Meda è una metonimia.
dal 79 PITOU SV – Pochi minuti a schemi saltati, riesce comunque a far ammonire un giocatore del Renate sfruttando gli spazi.
PIRAN 5: Nella prima metà della metà partita da lui giocata, ovvero dal fischio di inizio almeno fino al goal di Vassallo al 23′, viene sempre infilzato da Eleuteri, che riesce a portarsi più e più volte sul fondo o addirittura in area di rigore. Quando il Renate inizia a difendere il vantaggio allora ecco che inizia la solita (molto breve) partita da martello, ma di cross vincenti e di occasioni la Pro Patria ne costruisce troppo poche in poco tempo. Viene sostituito all’intervallo e questa è forse la notizia.
dal 46′ RENAULT 5,5: Ingresso che non sposta gli equilibri della partita, con la Pro Patria che continua a giocare lungo il perimetro dell’area di rigore senza infilzare l’avversario. L’italofrancese ha tra i piedi diversi palloni, senza riuscire ad affondare mai. In poche parole: respinto, come il resto della squadra.
TERRANI 5,5: Forse il migliore nella sfilza di insufficienze che colpisce la Pro Patria dal centrocampo in su. Ricercato dai compagni come punto di racconto fondamentale tra i reparti, la seconda punta agisce più da trequartista/esterno e prova ad agire pestando la linea, senza trovare però particolari fortune. Ci prova anche con un colpo di testa dopo un taglio in area ma l’incornata non è la sua specialità.
BERETTA 5: La Pro Patria prova ad aggrapparsi al suo bomber, che però ben presto finisce disperso nella giungla delle pantere neroazzurre. Tanta lotta, quasi mai vincente, per giocare da boa e una discreta occasione creata e conclusa con un tiro sul palo difeso dal portiere, dove è sempre difficile trovare l’angolatura vincente, soprattutto contro una delle migliori difese del campionato.
COLOMBO 5: La squadra non è migliorata, anzi, continua a cadere nei suoi errori. Non si è visto molto da parte dei suoi su quanto prima pianificato in settimana e poi discusso alla vigilia in sala stampa (se non per la pericolosità del Renate da fuori area), soprattutto nel primo tempo, giocato con un’intensità ben più bassa di un Renate non particolarmente garibaldino, ma non per questo pragmatico. Nel finale il mister prova ad aggiustare il risultato rompendo la partita, ovvero con l’inserimento di tutte le punte a disposizione. Ma ogni mossa si rivela inutile e incapace di scalfire l’avversario. Le parole in sala stampa di Turotti sanno di ultimatum, e forse anche qualcosa di più.
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