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A Gallarate il ricordo del sacrificio di Angelo Pegoraro, il partigiano “Falco”

Domenica la cerimonia nel cortile in cui fu ucciso, nella via che oggi porta il suo nome. Era un partigiano per scelta consapevole, fin da quando aveva 17 anni

Angelo Pegoraro

Domenica 19 gennaio la città di Gallarate ricorda la figura di Angelo Pegoraro, il partigiano “Falco” ucciso a pochi passi da casa, nel quartiere di Cascinetta, nel livido gennaio 1945, ultimo inverno di guerra.

La commemorazione è promossa da Anpi Gallarate e, come ogni anno, avrà luogo nel cortile delle case di via Pegoraro 51, accanto alla Chiesa di Cascinetta, a partire dalle ore 11.00.

Un momento che rinnova «silenziosamente i valori di Libertà, Pace e Democrazia che sono alla base della convivenza civile, discipinati ed esaltati nella Carta Costituzionale, alla cui nascita anche il sacrificio di Angelo Pegoraro contribuì nella forma più alta».

Un vero volontario della lotta partigiana

Angelo Pegoraro nell’estate 1944 aveva diciassettenne e quindi non aveva alcun obbligo di leva, quando decise di eentrare volontariamente nelle file della Resistenza. Prima aveva militato nel gruppo clandestino nei boschi di Besnate, poi era passato nel Novarese con la Prima Brigata Lombarda (formata appunto da lombardi) e aveva combattuto nella battaglia di Suno, dove i partigiani avevano fronteggiato a viso aperto tedeschi e fascisti.

Nel gennaio 1945 era tornato ad operare nella zona di Gallarate: nel corso di una fugace visita alla casa dei genitori venne sorpreso e ucciso dalle Brigate Nere, guidate dal maresciallo Crosta. Fu invece catturato il compagno di lotta Vittorio Minelli, ventunenne bergamasco, che fu fucilato un mese dopo dietro al cimitero di Sacconago

Pubblicato il 17 Gennaio 2025
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