“Basta attacchi in Siria”. A Malpensa la protesta a sorpresa contro Erdogan e la Turchia
Il gruppo di attivisti pro-Kurdistan si è concentrato soprattutto contro l'azione di Ankara in Siria, in una fase molto complicata dopo la caduta di Assad. L'azione ai banchi della Turkish e l'intervento del sistema di sicurezza
«Abbiamo bloccato stamattina l’imbarco della Turkish Airlines per richiamare l’attenzione di chi viaggia e del resto della società sul ruolo del governo AKP/MHP di Erdogan e dei suoi comparti strategici nella guerra in corso a diverse latitudini del medio-oriente».
Lo rivendica il gruppo di attivisti che a metà giornata di giovedì 9 gennaio ha animato il momento di protesta a Milano Malpensa in difesa dei curdi di Siria e contro lo Stato turco.
L’ambiente aeroportuale è spesso scelto dalle proteste pro-Kurdistan, è successo in Italia più volte ma anche in Germania o Francia. Non solo perché è qualunque aeroporto è una “vetrina” importante per chi protesta ma anche perché viene scelto come bersaglio polemico la Turkish Airlines, anche oggi additata come «uno dei maggiori strumenti dello stato turco per crearsi una buona immagine a livello internazionale e seguire le sue mire espansionistiche».
Lo sguardo al Rojava e al Nord della Siria
Le proteste pro-Kurdistan in questi giorni riguardano, in varie parti del mondo, soprattutto il destino del Rojava, la parte di Siria nordorientale, a maggioranza curda, oggi sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane (a guida curda, ma con rappresentanze anche di componenti arabe e cristiano-assire). Esperimento di autogoverno “dal basso”, il Rojava è oggi sotto la pressione delle milizie filoturche del Nord della Siria.
Proprio questa è la contestazione che ha portato gli attivisti a Malpensa: «Denunciamo il ruolo di primo piano che la Turchia ha avuto nel sostenere l’ISIS fino a oggi. Denunciamo anche l’occupazione militare del cantone curdo di Afrin nel 2018, con violenze indicibili».
La pressione delle milizie armate contro l’autogoverno curdo è molto forte in particolare dal crollo del regime di Assad a inizio dicembre, soprattutto sul “confine” tra Siria oirnetale e occidentale segnato dal fiume Eufrate: «Proprio ieri la società civile del Rojava si è unita in corteo per proteggere la diga di Tishreen dove le milizie jihadiste finanziate dalla Turchia stanno concentrando i loro attacchi e il regime ha bombardato il convoglio facendo cinque morti e diversi civili».
La prima fase della protesta, in cui gli attivisti pro-curdi hanno srotolato bandiere e striscioni. Presenti anche i vessili delle YPG e YPJ, le unità di autodifesa popolare del Rojava oggi parte delle Forze Democratiche SirianeViene inoltre contestato il legame della Turchia di Erdogan con «il gruppo fondamentalista che ha preso il potere in Siria, ex Al Nusra» (che pure è in una fase di colloqui con l’autogoverno turco) e anche la repressione interna: «opprime anche il proprio popolo, di diverse etnie, attraverso pratiche di negazione delle identità culturali, strumentalizzazione della religione, repressione della libertà di stampa ed espressione».
Al grido di “Contro i governi fascisti d’Europa e di Turchia” gli attivisti filocurdi hanno denunciato anche la collaborazione tra Italia e Turchia sul piano delle forniture militari, che passano da diverse collaborazioni, in particolare nell’industria aeronautica (aerei, elicotteri e droni: recente l’acquisizione di Piaggio Aero da parte della turca Baykar).
Protesta a sorpresa
Quella a Malpensa è stata una protesta a sorpresa, non comunicata preventivamente.
Gli attivisti hanno fatto in tempo ad esporre gli striscioni con diversi messaggi, davanti ai check-in della Turkish, prima di essere circondati dal dispositivo di sicurezza, con Polizia di Stato e dai carabinieri fatti intervenire rapidamente nella zona della manifestazione.
Il confronto tra manifestanti e Polizia ha generato qualche “attrito”, un paio di ragazzi sono finiti a terra nelle fasi più concitate, ma il confronto non è stato particolarmente acceso (neppure i manifestanti si soffermano nel loro comunicato sull’intervento della Polizia, restando invece sui motivi dell’azione).
Uno dei momenti di maggiore tensione durante la protestaNon ci sono stati arresti e secondo la Polizia neppure una sostanziale interruzione delle attività dello scalo. Anche se ora viene valutata la posizione delle persone identificate, non essendo stata comunicata la manifestazione.
Di sicuro, dal canto loro gli attivisti rivendicano in pieno l’azione: «Abbiamo deciso di agire perché non accettiamo questa ingiustizia e non accettiamo che venga normalizzata la situazione di guerra mondiale e caos».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.