Crolla il mercato delle pompe di calore nella Ue. Cassa integrazione per 8 mesi all’Argoclima di Gallarate
Nel primo semestre del 2024, in Unione Europea sono state vendute il 47% in meno di pompe di calore rispetto al 2023. Angelo (Fiom): "La politica faccia la sua parte: servono incentivi"
Dopo l’incontro tra Argoclima, rsu e la Fiom di Gallarate del 21 gennaio, l’azienda metalmeccanica ha comunicato una situazione peggiore delle previsioni esposte nel corso dello scorso anno e ha dichiarato di voler far ricorso a molti mesi di cassa integrazione anche nel corso del 2025.
Nel 2022 Argoclima è stata acquisita al 50% da Nibe, azienda multinazionale svedese specializzata in impianti per il riscaldamento che ha portato investimenti nello stabilimento di Gallarate finalizzati alla produzione di unità esterne per le pompe di calore.
LA UE NON RINNOVA GLI INCENTIVI
A causa della scelta fatta dall’Unione Europea di non rinnovare gli incentivi per questo tipo di prodotti sono crollate le vendite e si è creato un importante stock di magazzino di prodotti invenduti che ha bloccato la produzione anche a Gallarate. A livello aggregato, nel primo semestre del 2024, in Unione Europea sono state vendute il 47% in meno di pompe di calore rispetto al 2023. La preoccupazione rispetto alla ormai permanente cassa integrazione e alla mancanza di garanzie per il futuro lavorativo dello stabilimento di Gallarate è sempre più pressante.
ANCORA CASSA INTEGRAZIONE
Nel 2024 sono stati 9 i mesi, di cassa integrazione prima e di fondo di solidarietà poi, utilizzati. Nel 2025 i mesi di lavoro saranno circa quattro quindi si prospetta anche per quest’anno un periodo di cassa integrazione di otto mesi. L’impatto sulle retribuzioni sarà pesantissimo.
Gli investimenti fatti e le operazioni societarie e commerciali degli ultimi anni, non hanno ancora portato ai risultati sperati. «Come sempre accade il prezzo più alto lo pagano i lavoratori e le lavoratrici – spiega Gaia Angelo della segretaria Fiom Cgil – È già stato fatto uno sciopero a dicembre dello scorso anno ma se la situazione dovesse protrarsi ne seguiranno altri. Crediamo inoltre che questo sia l’ennesimo caso in cui la politica avrebbe potuto incidere positivamente ma ha scelto di non farlo».
COSTO PIÙ ALTO
Le pompe di calore sono una tecnologia importante per la decarbonizzazione delle case e delle fabbriche. Il costo di acquisto resta più alto rispetto alle caldaie a gas ma può essere ripagato in circa quattro anni dai risparmi in bolletta. «Gli incentivi sono importanti per sostenere le famiglie e le imprese in questo tipo di scelte – conclude la sindacalista – e per rilanciare una tecnologia sostenibile che porterebbe ad un maggior risparmio energetico e ad un minor inquinamento urbano. Per produrre un kilowattora termico con una pompa di calore si impiega il 55% di gas in meno rispetto a quello consumato quando si riscalda la casa con una caldaia a gas. Chiediamo pertanto il ripristino degli incentivi e la ripresa immediata di un’attività lavorativa stabile e continuativa».
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.