Galante e cattivo
L'incredibile e unica stagione dei Dunbary Trashers. Squadra votata al gioco cattivo e fondata da James Galante, re dell'immondizia ma anche boss mafioso cui l'FBI contestò 93 capi d'accusa
(d. f.) Episodio numero 8 della seconda stagione della rubrica di Marco Giannatiempo, curata dalla redazione sportiva di V2 Media/ VareseNews e dedicata alla cultura dell’hockey su ghiaccio. Una storia, questa, che ha dell’incredibile: una squadra nata da zero, affidata a un GM di 17 anni e caratterizzata da un logo che è un bidone dell’immondizia. Una storia “bella”? Mica tanto, perché di mezzo c’è la malavita…
“Alla balaustra” ha cadenza quindicinale e viene pubblicata il primo e terzo (ed eventualmente quinto) lunedì pomeriggio di ogni mese. Gli otto racconti della prima stagione e quelli della seconda sono disponibili in calce all’articolo.
A James Galante, l’hockey proprio non piace. Italo-americano, Galante è il CEO della Automated Waste Disposal (AWD) azienda specializzata nel riciclo dei rifiuti. No, a Galante quello sport strano, dove si prende tanto freddo e dove non si vede neppure il disco, non va a genio: lui preferisce il football americano.
A suo figlio A.J. invece, l’hockey su ghiaccio piace, e pure molto. James lo sa bene, e sa anche di aver sofferto della totale assenza del padre in gioventù: per questo vuole tutto il meglio per il figlio. Lui con la raccolta rifiuti (e non solo, come vedremo…) è diventato miliardario e decide di fare un regalo speciale al figlio: nel 2004 acquista i diritti di una squadra di hockey di UHL, una lega minore, fonda i Danbury Trashers (trash significa spazzatura: il logo è un bidone dell’immondizia…), e nomina il figlio presidente e general manager, quando A.J. è appena 17enne.
C’è un dettaglio importante in tutta questa storia: James in realtà non è solo CEO della AWD, è anche un criminale a cui l’FBI contesterà 93 capi d’accusa tra cui estorsione, frode fiscale, cospirazione, riciclaggio di denaro (non di rifiuti proprio di valuta), violazioni di un certo numero di leggi, frode telematica e molto altro. Un personaggio talmente controverso da sembrare persino affascinante, a tal punto da ispirare – secondo alcuni – la serie televisiva “I Soprano” per la vicinanza stilistica con il personaggio Tony Soprano.
Naturalmente a James piacciono i cattivi, cosa che insegna anche al figlio visto che assieme guardando serie TV di super eroi e assieme tifano per i villains come Joker, Lex Luthor, Dottor Destino e tanti altri, purché cattivi che molto spesso – tra l’altro – sono pure più simpatici. A.J. ha un’altra passione oltre l’hockey, il wrestling, e per festeggiare un compleanno il padre chiama alla sua festa i più forti atleti della WWE, che rispondono presente sfilando sotto gli occhi increduli dei compagni di classe del festeggiato. Cose da boss.
A.J. quindi si mette al lavoro per creare materialmente i Danbury Trashers: servono giocatori ma ancor prima serve un’idea, che nella mente del ragazzo è nitida e fa parte del suo vissuto; la squadra deve rappresentare tutta l’essenza dei cattivi e metterci pure un pochino di wrestling. E siccome a scuola ha studiato anche marketing, decide di inventarsi qualche spunto creativo per farne parlare. Vuole un nome che suoni bene e sceglie Gretzky, Brent in realtà non il leggendario Wayne, ma l’azione ottiene i risultati sperati, e dopo quell’ingaggio tutti i media parlano dei Trashers.
La campagna acquisti continua con Brad Wingfield, che è uno tra i più temuti enforcer delle leghe minori, un vero e proprio duro su cui la squadra punta per ricavarsi la fama dei cattivi, anzi dei più cattivi di sempre. Suo il primo sigillo allo stile voluto dalla dirigenza, nella partita di esordio in casa contro i Rockford IceHogs: l’inno sta suonando le sue ultime note quando qualcuno passa a Wingfield un cellulare: è James Galante che lo saluta dallo sky box dicendogli «appena cade il disco sul ghiaccio, butta via i guanti…». Brad non sa che dire, ma fa cenno di sì con la testa: l’arbitro scodella il disco mentre Bruce Watson degli IceHogs lo manda a quel paese, Brad coglie l’occasione al balzo, butta via i guanti, si toglie il casco e picchia selvaggiamente l’avversario. Sono passati solo 3 secondi dall’inizio dell’avventura dei Danbury Trashers e dal ghiaccio gli arbitri devono ripulire il sangue del malcapitato caduto sotto i pugni di Wingfield. Lui invece esce dalla pista con l’approvazione di James Galante che applaude, scatenando il tripudio dell’arena che era rimasta in silenzio ad osservare quella scena surreale.
La partita finirà 6 a 3 per i locali, ma il dato che emerge è che quello sarà il marchio di fabbrica dei Trashers, come voleva A.J.. Stile di gioco simile a quello dei Philadelphia Flyers degli anni Settanta, fisici ed intimidatori a tal punto da diventare noti come i “Broad Street Bullies”. E come i vecchi Flyers anche i Danbury Trashers puntano tutto sulla dominazione fisica e psicologica degli avversari, perché giocarci contro faceva veramente paura. Se vestivi quella maglia dovevi saper menar le mani, come il difensore Roman Ndur, nigeriano cresciuto in Canada, vero e proprio incubo degli attaccanti avversari visto che aveva pugni pesanti come macigni.
Dicevamo però di James Galante, persona nota ai federali ma scaltra e capace di evitare di cadere nella rete dell’FBI, che però vede questa sua nuova attività – l’hockey – come il cavallo di Troia per infiltrarsi nel sistema, facendo partire una vera e propria indagine con un mucchio di agenti impiegati e una fitta rete di attrezzature tecnologiche per stringere il cerchio attorno a lui ed alla sua organizzazione.
Il campionato continua con i Trashers che vincono il 70% delle partite, ma metà stagione Wingfield, uomo simbolo, esce per un lungo infortunio, mentre Ndur viene fermato per alcune giornate. Siamo a febbraio del 2005 e arriva la notizia della cancellazione del campionato NHL per il lockdown. A.J. decide quindi di prendere un rinforzo, che però faccia gol: vuole Mike Rupp che l’anno prima ha segnato la rete che ha portato ai New Jersey Devils la Stanley Cup. Si presenta da lui con un contratto e un borsone nero, che contiene tutti i soldi per l’ingaggio che paga in contanti: Rupp ci pensa, poco, ed accetta.
Il suo arrivo fa registrare il tutto esaurito nella Denbury Ice Arena, da lì a fine campionato, che però la squadra perde in finale. “Peccato” pensa A.J. ma ci può stare per una squadra al primo anno: il giovane dirigente ringrazia i giocatori e promette di vincere l’anno successivo. Ma l’8 giugno del 2006 succede qualcosa: l’FBI chiude il cerchio dopo 6 mesi di indagini, arrestando James Galante e molte altre persone. Inoltre i federali ordinano lo scioglimento della squadra, vista come strumento tramite il quale si riciclava denaro sporco. 87 mesi la pena totale comminata per Galante, e la fine del sogno dei Danbury Trashers. Già perché alla fine i cattivi saranno pure affascinanti e simpatici, ma perdono sempre.
ALLA BALAUSTRA: PUNTATE PRECEDENTI
14. Figli di una lega minore
13. La squadra senza avversari
12. Non è mai troppo tardi
11. Zamboni, il genio del ghiaccio
10. Senza maschera e senza paura
9. La Kraut Line va alla guerra
Prima stagione – Tutti gli articoli
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