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Il caso della contestazione alla “Settimana della Sicurezza” a Gallarate

All'istituto Falcone si fa da alcuni anni, così come in un comprensivo cittadino. Ci sono però anche voci critiche verso la presenza delle forze dell'ordine. È stata convocata una protesta per sabato, che sta facendo discutere

istituto falcone gallarate

La “Settimana della sicurezza” all’Istituto Falcone di Gallarate è diventata un caso: sabato 18 gennaio, dalle 10, ci sarà un presidio di protesta contro il programma proposto dalla scuola.
Una mobilitazione lanciata con un comunicato firmato “alcuni insegnanti, studenti e studentesse della provincia di Varese”, che esprime «profondo sdegno verso questa iniziativa diseducativa per gli studenti, e verso una scuola al servizio di un’ideologia militarista e securitaria».

La Settimana della Sicurezza è un’idea del dirigente Vito Ilacqua, che l’aveva già sperimentata all’istituto comprensivo Gerolamo Da Cardano, dove si tiene da un decennio.
Il programma – anche quest’anno – è piuttosto ampio e tocca diversi aspetti, nei due significati di sicurezza, quelli che l’inglese distingue in security (protezione da atti intenzionali, ordine pubblico) e safety (prevenzione dell’incolumità fisica, sui luoghi di lavoro e non solo).

Il momento di apertura era sull’educazione alimentare, un altro sull’uso di defibrillatore. Nel programma completo in orario scolastico poi c’erano momenti sulla sicurezza sul lavoro, altri sulla salute, ma anche – ed è appunto qui che si appunta la critica – incontri con Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia su diversi aspetti (violenza di genere, bullismo, sicurezza stradale).

La contestazione

«Riteniamo che sia inopportuno affidare ai Carabinieri la trattazione di temi complessi come la violenza di genere, soprattutto quando associazioni di donne, che da anni denunciano comportamenti inadeguati e lassisti da parte delle stesse forze dell’ordine, potrebbero offrire una prospettiva molto più coerente» si legge nel comunicato fatto circolare online e a scuola, che contesta anche la Polizia (rifacendosi allo sgombero del bosco di via Curtatone) e del sindaco Andrea Cassani, a cui viene contestato – sempre a proposito di via Curtatone – il «gesto di sfrontata arroganza», il dito medio mostrato ai manifestanti.

settimana della sicurezza istituto falcone
Un momento dell’inaugurazione (foto realizzata dagli studenti della scuola, dell’indirizzo Servizi culturali e dello spettacolo)

Al di là dei singoli aspetti, chi protesta lamenta che nella scuola «i percorsi educativi che mirano a formare una mentalità di accettazione passiva delle disuguaglianze e della militarizzazione» e non a contestare le ingiustizie. «Intendiamo batterci per una scuola che torni ad essere luogo di apprendimento, cultura e crescita personale» dicono i promotori della protesta.

C’è poi anche uno specifico riferimento al contesto del Falcone, visto che un passaggio critica l’alternanza scuola-lavoro proposta agli studenti presso la base Nato di Solbiate Olona, mentre un altro passaggio parla di «un regolamento estremamente rigido nei confronti degli studenti, che ci risulta essere tra i più severi di questa provincia».

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La grafica del volantino che lancia la protesta

Dibattito in città e oltre

Se la protesta è partita da un comunicato di docenti e studenti locali, si sono poi aggiunte anche altre voci, come ad esempio l’Osservatorio contro la la militarizzazione delle scuole, che vede dietro alla Settimana della Sicurezza «una logica precisa, quella della normalizzazione della militarizzazione delle scuole e della società, quella della guerra cognitiva che accompagna la guerra guerreggiata».

La mobilitazione critica
contro la Settimana della Sicurezza ha suscitato un certo dibattito a più voci a Gallarate. Se il sindaco Cassani (contestato per la sua presenza a scuola) ha definito chi protesta «gente inutile al mondo», Fratelli d’Italia ha fatto un comunicato ribadendo il sostegno all’iniziativa e alle forze dell’ordine.

Dalle file dell’opposizione cittadina Sonia Serati (Più Gallarate, è anche docente in altro istituto) ha ribadito che «è giusto che gli esperti delle forze dell’ordine raccontino ai ragazzi come tutelarsi dalla violenza, come prevenirla e come combatterla».
La stessa Serati – da esponente di un partito liberal – ha però sottolineato anche il diritto di chiunque ad esprimere opinioni critiche.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Gennaio 2025
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