Ad un passo dal tracollo. Gli avvocati di Busto Arsizio riaccendono un faro sul giudice di pace
Incontro molto partecipato ai Molini Marzoli per discutere del grande collo di bottiglia che si è creato negli uffici di Busto Arsizio e Legnano: nessuno vuole ricoprire quel ruolo e la politica non sa che fare
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Negli uffici dei giudici di pace di Busto Arsizio e Legnano basta una goccia d’acqua per far traboccare il vaso ma sulla testa dei due giudici e mezzo, che vedono depositare ogni anno diecimila cause contro i 2000 decreti ingiuntivi emessi, sta per abbattersi una cascata chiamata ampliamento delle competenze.
Arriverà a ottobre 2025 ed è l’ennesimo pezzo di riforma della giustizia che per risolvere un problema ne crea migliaia mentre già adesso si fissano udienze con data 2030. In ballo ci sono decine di milioni di euro che qualcuno deve dare e qualcun’altro deve ricevere, un freno anche per l’economia locale.
Un disastro annunciato da anni ma la politica non fa abbastanza
Il tema è stato affrontato ancora una volta dall’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio che questa mattina ha chiamato a raccolta i propri iscritti, i sindaci di Busto Arsizio e Gallarate, il presidente del Tribunale Miro Santangelo, l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, l’onorevole Andrea Pellicini (in collegamento), l’assessore al Bilancio e vicepresidente di Regione Lombardia Marco Alparone, Confindustria, diverse associazioni forensi per ribadire che la situazione è già ora al limite del collasso. Tutti consapevoli del fatto che nessuno ha la bacchetta magica, ministro della Giustizia Nordio compreso: non ci sono soldi, i problemi della giustizia sono tanti e non solo a livello di giudice di pace, la politica non è unita e lo scontro sul tema è ad uso e consumo dei partiti.
L’ordine degli avvocati torna ad accendere un faro
La presidente dell’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio Eliana Morolli ha ricordato il tavolo di confronto aperto da due anni con il tribunale e l’unità d’intenti con gli uffici di via Volturno che, però, si infrange davanti ad un sistema che non funziona a causa di riforme pasticciate e di una mancanza di attrattività del ruolo: «Oggi abbiamo organizzato questa Giornata del giudice di pace a livello regionale. Tutti i consigli dell’ordine lombardi oggi organizzano iniziative su questo tema per accendere un faro su una situazione che si sta trasformando in un caso di giustizia denegata. Quando la giustizia non funziona i primi a rimetterci sono i cittadini. Per questo chiediamo di rinviare l’entrata in vigore dell’ampliamento di competenza prevista a ottobre 2025 in modo da non arrivare alla paralisi totale». Cosa che il ministro esclude a causa della mannaia degli obiettivi Pnrr da raggiungere (per non dover restituire miliardi di euro all’Europa, ndr).
Il giudice di pace. La quinta ruota del carro della giustizia italiana
Nessuno vuole fare il giudice di pace e nemmeno ricoprire le posizioni amministrative, i tre nuovi amministrativi che avevano iniziato a Busto Arsizio si sono dimessi immediatamente. Come ha sottolineato il presidente del Tribunale di Busto Arsizio Miro Santangelo «in questo momento i giudici di pace sono la quinta ruota del carro della giustizia italiana. Già dalla scelta della riforma Orlando che ha allungato a due anni i tirocini, ora ridotti a sei mesi, poi la riforma Cartabia ha aggravato la situazione. Sono state fatte scelte di trattamento economico contro l’efficenza e per risistemare un po’ le cose sarebbe necessario disboscare il ginepraio creato tra giudici onorari esclusivi (che lavorano 36 ore a settimana), non esclusivi (che lavorano 16 ore a settimana), chi col vecchio regime e chi colo nuovo regime».
Quattro nuovi giudici pronti a tenere in piedi gli uffici prima dell’ampliamento delle competenze
Santangelo ha anche annunciato che entro novembre di quest’anno verranno immessi in ruolo quattro nuovi giudici onorari che hanno vinto l’ultimo concorso mentre Isabella Tovaglieri ha ricordato che il Csm ha effettuato concorsi per l’assunzione di 1300 magistrati nel 2024. Si spera che qualcosa si muova prima che la riforma faccia ricadere 5 mila nuovi procedimenti sui giudici di pace di Busto Arsizio e Legnano.
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