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Gli stivali di Amanda, alle Arti di Gallarate una storia per imparare a crescere insieme

Una storia divertente, poetica e dal profumo di paglia, che svela il piacere della crescita nell’avventura e nella scoperta dell’altruismo, dell’amicizia e della giustizia

C’era una bambina che non cresceva, ma che alla fine ha scoperto quanto è bello diventare grandi, insieme agli altri: al Teatro delle Arti di Gallarate sabato 8 febbraio è in scena “Gli stivali di Amanda” (ore 15.30; dai quattro anni in su).

Liberamente ispirato a “Teresin che non cresceva” di Gianni Rodari, lo  spettacolo vede sul palco Monica Mattioli e Roberto Boer.

“Nei campi i bambini di un piccolo paese giocano tra loro. Ai loro piedi hanno stivali colorati che portano
sempre. Il gioco è il loro unico pensiero che li rende felici e spensierati. Intorno a loro il cicaleccio estivo.
Papaveri, margherite, fiordalisi, spighe ed una grande balla di fieno di paglia su cui salire la sera, per
guardare il cielo ed esprimere desideri davanti alle stelle cadenti. La grande balla di paglia raccoglie in sé le vite dei pochi abitanti del paese e si anima di voci, corpi e musiche. Amanda è una piccola bambina. I suoi stivali sono azzurri come il cielo in estate. Vive con il papà, la mamma e la nonna che la amano. Amanda ha tre amici inseparabili e con loro condivide piccole parole, giochi e grandi risate. E’ bello quando si è piccoli. Anche se prima o poi tutti devono crescere.
Amanda però non vuole più crescere: davanti all’ingiustizia decide di non voler diventare grande. Crescono i suoi amici, mentre lei rimane piccola. I loro stivali cambiano, mentre quelli di Amanda no. Solo attraverso le esperienze Amanda scoprirà il gusto e la bellezza di crescere. E con lei cambieranno anche i suoi stivali”.

“Gli stivali di Amanda” è una storia raccontata da due narratori che accompagnano gli spettatori dentro una
storia divertente, poetica e dal profumo di paglia, che svela il piacere della crescita nell’avventura e nella
scoperta dell’altruismo, dell’amicizia e della giustizia.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 06 Febbraio 2025
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