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Mario da dodici giorni sulle sedie di Malpensa. “Lavoravo in un teatro, ho perso la casa”

Sul binario della stazione attende il treno per Cadorna. E solo la presenza della Polizia, intorno a lui e agli altri, chiarisce che è uno dei senzatetto sgomberati allo scalo milanese. "L'aeroporto è più sicuro delle stazioni"

Trenord foto Thomas Radice

«Io sto quasi da dodici giorni. Ho perso la casa al 30 gennaio. Qui a Malpensa per dieci giorni ho dormito sulle sedie».
Mario (nome generico) ha passato da qualche anno i sessanta. È uno dei senza fissa dimora sgomberati giovedì notte dall’aeroporto di Malpensa: il suo bagaglio sono uno zaino e un borsone, sulla banchina della stazione del terminal 1.

Chiarisce subito che alle spalle ha un periodo breve da senzatetto, nonostante fosse già passato da un alloggio d’emergenza in una città della provincia lombarda (che è sistemazione provvisoria, ma con un tetto).
«Io lavoravo a teatro, per il Piccolo Teatro. Sai, è un settore pieno di precari: è arrivato il Covid, mi hanno licenziato. E poi alla mia età non è facile ripartire».

Così, nel giro di qualche anno, dal lavoro nel centro di Milano si è ritrovato in aeroporto, senzatetto. «Sì, ho dormito sulle sedie, è una fatica. Pochi giorni fa mi son comprato un set da Decathlon, materassino e sacco a pelo» dice. Dal borsone spunta anche il cuscino gonfiabile, di quelli da mettere intorno al collo che si usano sui voli a lungo raggio.

«Sai, se guardi bene non è che siamo così diversi dai normali viaggiatori. Anzi, a volte quelli si buttano per terra peggio di noi», osserva Mario. E ci stupisce notare che solo pochi giorni fa scrivevamo lo stesso, raccontando del bel podcast “Terminal”, firmato da Manuela Stura e Lorenzo Faggi e dedicato agli homeless di Malpensa.

Quelli che scelgono di vivere a Malpensa, per sentirsi come persone normali

E adesso dove andrà Mario?
Non sale, come altri, sul treno per Porta Garibaldi. Aspetta che passi – pochi minuti dopo – il treno per Cadorna.
«A Garibaldi non ci vado, vicino a corso Como è pericoloso, ce sta sempre gente strana. Cadorna è più sicura. Però alla fine una stazione di Milano è comunque meno sicura, l’aeroporto è un luogo più tranquillo». Tra i lavoratori aeroportuali si è trovato bene, anche se per pochi giorni ha sperimentato che c’è anche un po’ di solidarietà. E non ha trovato situazione problematiche con gli altri senza fissa dimora.

A Milano Malpensa è la notte dello sgombero dei senza fissa dimora

«I poliziotti fanno quel che ordinano. Son stati anche gentili, sa. Magari han fatto anche una battuta, anche se poi – sai – non è proprio il momento».
Mario ha un figlio che abita con la compagna in un monolocale di periferia, «ma non si può vivere in tre in così poco spazio». Forse i rapporti con il figlio valgono di più di qualche settimana di vita di strada, ci vien da pensare.

«Tra qualche giorno ho appuntamento alla Cgil in Porta Vittoria», per accedere a un contributo. Rimettere la vita sui binari giusti. Per ora c’è solo il binario, che fa capolinea a Cadorna. «Lì è più sicuro che a Garibaldi».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 14 Febbraio 2025
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