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«Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»

La riflessione di Massimo Crespi, volontario di Busto Arsizio da sempre impegnato nella lotta all'emarginazione, sul blitz della Polizia per allontanare i clochard dall'aeroporto

senza fissa dimora malpensa

Riceviamo e pubblichiamo l’opinione e la riflessione di Massimo Crespi, volontario attivo nell’aiuto ai senza tetto di Busto Arsizio, sull’operazione di allontanamento dei clochard di Malpensa eseguita dalla Polizia di Stato nei giorni scorsi.

Siamo abituati alle lamentele critiche (eccessivamente) ed a tanti opinionisti “social” spesso stupidi, inutili, cattivi, ma questa volta non credo che lo sdegno sia facile retorica di chi spadroneggia sulla tastiera solamente, sentendo che conta. Non è esagerato stavolta dire che certe azioni gridano vendetta ancora.

Parlo dello sgombero forzato delle decine di Senzatetto che stazionano (da anni) dentro l’aeroporto della Malpensa; dell’intervento di giovedì notte, voluto dalla Prefettura di Varese ed in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 molto prossime venture.

Polizia, Carabinieri, Finanza, City Angels, persino la Croce Rossa a caccia di sporchi Clochard nei bagni, sulle rampe ed in ogni scantinato od anfratto dello Scalo, per garantire decoro ovunque, perché ci si presenti puliti, finalmente.

Dicono non sia banalmente una sola questione d’ordine pubblico, ma di sicurezza, quella vera, persino di pubblica incolumità. Troppi i casi di rischio collettivo, letto nei numerosi disservizi lì verificatisi, nelle continue lamentele del personale e dei viaggiatori, nei diversi episodi di reato o di delinquenza accaduti per “colpa” di persone senza fissa dimora che bivaccano, occupano od abusano delle strutture e dei beni dell’Hub internazionale.

Si indica tuttavia la difficoltà nel gestire tutta quella fragilità personale. No, non dei Clochard! Sono i cacciatori, mica le prede che sembrano fragili, impreparati, disastrosi nelle finalità dell’azione. E fra l’altro, pare, col beneplacito o la fattiva collaborazione del Terzo Settore e dei Comuni limitrofi … Lo sembrano, fragili, poiché se la pigliano coi deboli: non è così? Paiono vittime (di un sistema) che scovano altre vittime. Povera Italia, verrebbe da dire, questa volta; povera Malpensa …

Come si crede finirà? Se si toglie polvere da sotto quel grande tappeto aeroportuale, dove s’anniderà nuovamente? Sui freddi pavimenti vicini dei ruderi intorno, nei meandri ospedalieri, nelle stazioni degli autobus. Oppure s’abbandonerà sulle canoniche panchine prefiguranti giacigli mortuari nelle notti d’inverno …

Per Milano-Cortina la gestione delle fragilità umane, quelle sinora non visibili, non viste, diviene una priorità, adesso. Guarda il caso.

Quelle disturbano: questa è la verità. Disturbano la Milano da bere e da sognare, se bevono nel cartone e sopra a quello russano pesantemente espirando i miasmi peggiori nel cielo lombardo. Va liberato quel cielo, quella prospettiva, fosca. Appaia che è tutto pulito. Resta però la consapevolezza che non è nella bella vista la
limpidezza, ma negli occhi della coscienza. Eccola qua di nuovo quella facile e stucchevole retorica!

La si trova, anche e certamente, negli occhi degli agenti incaricati di quello sgombero. Mai stati così dispiaciuti, ne siamo certi; che qualcuno abbia pianto, durante quella deportazione.

di
Pubblicato il 16 Febbraio 2025
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