Perché Malpensa si chiama così e perché fu scelta dai pionieri del volo
Nei terreni della brughiera si vennero a creare le condizioni perfette per le esigenze dei fratelli Caproni, che nel 1909 costruirono qui il loro primo campo di aviazione
![caproni ca1](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2007/04/caproni-ca1-368797.610x431.jpg)
La storia di Malpensa nel mondo dell’aviazione incomincia nei primi anni del ‘900, quando la zona aveva ancora il nome di “Cascina Malpensa” ed era un territorio appartenente al Regio Esercito. Si trattava di una zona che aveva suscitato interesse già da diversi secoli, in particolare dalla fine del ‘700, a seguito dell’emanazione di un editto da parte di Maria Teresa d’Austria volto a rinnovare i terreni incolti e inutilizzati perché potessero essere sfruttati.
Tuttavia, l’operato della famiglia Tosi, tessili di Busto Arsizio che aveva acquistato i terreni, non andò a buon fine a causa dell’elevata acidità dei terreni della brughiera. Fu proprio a causa di questo fallimento che la zona della cascina ottenne l’appellativo di “Mal pensàa”, che, prende il nome di “mal pensata”.
Il declino dei possedimenti e delle cascine portò il governo austriaco a confiscare i terreni per poterli utilizzare a scopo militare, venendo utilizzato anche come quartier generale dell’esercito austro-ungarico durante la battaglia di Novara del 1849. A partire dall’unità d’Italia il sito venne utilizzato nuovamente per lo svolgimento di operazioni belliche, diventando una caserma della Cavalleria, e interrompendo definitivamente le operazioni di bonifica nel 1886. Anche se ciò costrinse molti dei contadini che vivevano nelle vicinanze a trasferirsi alla ricerca di territori maggiormente coltivabili, si vennero a creare le condizioni perfette per i fratelli Caproni, che nel 1909 costruirono qui il loro primo campo di aviazione.
Originari del Trentino, la loro storia nel mondo dell’aviazione incomincia quando il fratello minore, Giovanni Battista Caproni, assistette ad una dimostrazione dei fratelli Wright, decidendo di incominciare la propria attività come costruttore di aeroplani ad Arco, sua città natale.
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Per la realizzazione dei primi progetti poté però contare solamente sul sostegno del fratello maggiore Federico, e fu sempre grazie a lui che, una volta che il primo prototipo fu pronto per la realizzazione, fu possibile trovare il luogo adatto per lo svolgimento del primo volo. Il fratello, infatti, grazie ad un compagno di università milanese, venne a conoscenza del territorio di Cascina Malpensa, zona ampia e scarsamente coltivata. Un altro fattore decisivo fu la vicinanza con l’esercito, che in quegli anni guardava con interesse a questo campo pioneristico, e che quindi avrebbe sicuramente accettato la cessione del territorio. Inoltre, come riporta lo stesso Federico Caproni nelle sue memorie, riferendosi alla città di Trento: “attorno a noi non vi erano che campi alberati”, e quindi un territorio inadatto al volo, ma anche che “vi era di peggio”, dato che l’Austria controllava l’intero territorio e la loro famiglia proveniva da una lunga storia irredentista. Ciò li convinse definitivamente a stabilirsi sul territorio per i propri esperimenti.
Nel 1910 fu montato il prototipo CA1, arrivato da Trento tramite ferrovia, e modificato con un propulsore da 25 cavalli realizzato dall’appena nata azienda Miller di Torino. Nella giornata del 27 maggio il prototipo prese finalmente il volo per la prima volta, ma schiantandosi al momento dell’atterraggio. È probabile che l’incidente fosse però dovuto all’inesperienza del pilota, Ugo Tabacchi, rimasto illeso, piuttosto che all’inaffidabilità del velivolo.
Difatti, un secondo volo, eseguito nell’agosto 1910 con il secondo prototipo, il CA2, si rivelò un successo.
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