A cantiere già aperto in via Curtatone, si presenta il progetto Grow 29
Giovedì 13 marzo è in programma, in sala consiliare, l'incontro del progetto Grow 29, che comprende diversi interventi ma che ha il suo elemento centrale nella scelta di costruire un polo unico tra Cascinetta e Cajello. Polemico il Comitato Salviamo gli alberi: "Una conferenza senza confronto"

Mentre già sono in corso alcuni dei maggiori interventi, a Gallarate viene presentato alla cittadinanza il progetto Grow29, l’intervento di “rigenerazione urbana” che tocca i quartieri di Cascinetta e Cajello.
Giovedì 13 marzo 2025 è in programma l’incontro Rigeneriamo il futuro di Gallarate, “presentazione” del progetto, finanziato da specifici fondi europei, erogati tramite bando regionale. L’incontro è contestato dal Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate, da sempre critico sul progetto ma anche sulle modalità dell’incontro proposto in Sala Consiliare, per i tempi e per le modalità.
Nel progetto – che comprende diversi interventi – l’elemento che ha più diviso è stata l’idea centrale: la costruzione della scuola unificata in via Curtatone, che unifica primarie e scuole materne dei due quartieri, criticata per la scelta di lasciare gli attuali edifici scolastici (più centrali rispetto ai due rioni di Cajello e Cascinetta) e soprattutto per il consumo di suolo, essendo prevista su un terreno che – fino alla scorsa estate – era boscato.
L’idea della scuola unica era stata bocciata dalle opposizioni – che pure in una fase avevano condiviso un percorso con la maggioranza – e soprattutto è stata contestata progressivamente nell’ultimo anno, con la mobilitazione che aveva portato al presidio durante l’estate e l’occupazione del bosco da parte di un vasto fronte (il bosco è stato sgomberato a inizio settembre).

I lavori per il nuovo polo scolastico sono già in corso dall’autunno, così come si è già nella fase di espropri per la creazione dell’anello ciclopedonale che unisca i due quartieri, il complesso delle Azalee – un “supercondominio” che è quasi un rione a sé – e la nuova scuola. Il progetto comunque comprende anche altre azioni, tra cui opere stradali (un nuovo sottopasso) e il recupero per altre funzioni di una parte degli edifici scolastici da dismettere, destinati ad esempio a centri anziani e spazi di co-working (rimane poco definito il destino di uno dei poli, le attuali primarie di Cajello).

Il Comitato nei mesi scorsi aveva contestato proprio l’assenza di un percorso partecipativo, che faceva parte degli obblighi per il finanziamento europeo. Successivamente il municipio aveva avviato appunto il percorso, concretizzatosi nella presentazione pubblica, e il sindaco Cassani aveva replicato con durezza, dicendo che il progetto era noto, ipotizzando persino azioni «da un punto di vista penale» contro chi aveva adombrato inadempienze. Cassani aveva fatto anche notare che il bando (avviato in fase Covid) prevedeva tempi stretti e che non si poteva cambiare il progetto nelle linee fondamentali.
Tra le questioni collaterali aperte c’è poi il tema delle compensazioni derivanti dall’abbattimento del bosco di via Curtatone. Questione collaterale perché formalmente non rientra nel progetto Grow29: si tratta dell’uso dei fondi a disposizione del Parco del Ticino, versate dal Comune per compensare il taglio del bosco.
Di seguito il comunicato del Comitato Salviamo gli alberi
GROW29: UN “TAVOLO” SENZA I CITTADINI
Giorni fa è stato annunciato dalla stampa il cosiddetto “tavolo partecipativo” sul progetto Grow29, con un’iniziativa di presentazione che si svolgerà giovedì 13 marzo nell’aula consiliare del Comune di Gallarate alle 18.00. L’incontro fa evidentemente seguito alla determina di novembre, con cui la Giunta deliberava l’attivazione di quel processo di progettazione partecipata con i quartieri che doveva essere la cifra qualificante della rigenerazione di Cascinetta e Cajello finanziata con il Fondo sociale europeo. Così non è stato: i quartieri non sono stati mai consultati e oggi le fondamenta del nuovo polo scolastico sorgono al posto del bosco di via Curtatone, abbattuto ad ottobre con la distruzione dei suoi alberi ed animali, senza che l’Amministrazione abbia mai chiesto a un solo cittadino cosa pensasse della dismissione dei quattro plessi scolastici attuali o della costruzione di una nuova scuola in uno spazio stretto tra un’autostrada e una ferrovia.
Questa gravissima mancanza è avvenuta in spregio alla stessa Convenzione sottoscritta tra il Comune di Gallarate e Regione Lombardia nel 2022, e ai Regolamenti europei a cui risponde. Sono passati tre anni e, solo ora, si cerca di correre ai ripari mettendo in piedi frettolosamente e a posteriori un processo non certo partecipativo ma palesemente propagandistico. Come Comitato abbiamo da mesi denunciato, con un’istanza legale amministrativa rivolta anche a Regione Lombardia e con una petizione al Parlamento europeo, l’inadempienza del Comune di Gallarate riguardo all’attivazione della progettazione partecipata dei quartieri. Abbiamo pubblicamente contestato la determina comunale che, a novembre, stabiliva l’avvio di una consultazione di non meglio precisati “stakeholders” locali chiamati, mediante una società privata, a pronunciarsi e a fare proposte su aspetti ad andar bene residuali di un progetto ormai esecutivo e blindato.
Abbiamo chiesto che l’Amministrazione desse prova, almeno, di voler aprire questo processo così tardivo ad una reale possibilità di partecipazione dal basso dei quartieri, dei cittadini e delle associazioni, se non altro come riconoscimento di un’espressione democratica di voci plurali e diverse mai prima considerate. L’incontro di giovedì, purtroppo, è fin dalle premesse la negazione di questa richiesta. Una conferenza tenuta anche geograficamente molto lontano dai quartieri, neanche menzionata nel sito del Comune di Gallarate né divulgata adeguatamente alla cittadinanza. Un “tavolo”, ma con sedie occupate solo da alte autorità fino ai vertici regionali, mentre non c’è alcun posto per la città e per i suoi quartieri. Non c’è posto per i 10.000 cittadini che quest’estate hanno firmato contro il taglio del bosco e per mantenere le scuole di quartiere; non c’è posto per le mamme che chiedevano perché avrebbero dovuto avere una sola scuola, più lontana e disagevole; non c’è posto per chi avrebbe voluto discutere del bisogno di avere più verde e più servizi per chi abita in quella periferia.
Ad oggi l’unica assemblea organizzata nei quartieri coinvolti per discutere con i cittadini del Progetto Grow29 rimane quella indetta lo scorso 18 luglio dal Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate. In quel periodo, alla nostra domanda di interlocuzione sul progetto l’Amministrazione rispondeva che nulla si poteva modificare e che eravamo in ritardo con le nostre richieste. Ora che parte il “tavolo” domandiamo ancora di più chi sia in ritardo e in quale momento, dal 2021 ad oggi, sia mai stato possibile avanzare queste richieste. Ma nonostante tutto, ci ostiniamo a credere che non sia mai troppo tardi per esigere che si ascoltino i cittadini e per pretendere che gli Amministratori di Gallarate rispettino le regole democratiche e, senza ipocrisie, anche ciò che essi stessi hanno scritto e stabilito. Per questo giovedì invitiamo i Gallaratesi alla partecipazione e saremo presenti come Comitato nell’aula consiliare, a ribadire ancora una volta e civilmente gli argomenti che ci hanno portato a difendere il bosco e le scuole di quartiere, a porre le domande a cui non hanno voluto rispondere e a mostrare che un tavolo pieno di autorità non basta a nascondere la voce dei territori e di chi li vive e li abita ogni giorno.
Gallarate, 12/03/2025 Il Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate
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