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Dal dolore alla solidarietà: la famiglia di Olimpia fonda SuperO per non lasciare indietro nessuno

La piccola ha quasi quattro anni e convive dalla nascita con una rara malformazione agli arti. I suoi genitori, Valentina e Mattia, hanno affrontato un lungo e complesso percorso di cure fino a Varsavia, trasformando la loro esperienza in un'associazione. Il 29 marzo a Lozza, un evento benefico con atleti di crossfit raccoglierà fondi

Olimpia Rinaldi

Olimpia e i suoi genitori hanno la stessa forza e la stessa determinazione degli atleti che si dedicano al crossfit. Il crossfit, per chi non lo sapesse, è un programma di allenamento ad alta intensità che combina esercizi di sollevamento pesi, ginnastica e attività cardio. È pensato per migliorare forza, resistenza e agilità.

Ed è proprio dalla forza di una bambina e dalla determinazione di mamma e papà che nel 2022 è nata SuperO, un’associazione di volontariato fondata con l’obiettivo di offrire sostegno economico, psicologico e umano ai minori affetti da malattie rare e alle loro famiglie. Un progetto che parte da Solbiate Arno, ma guarda lontano, oltre i confini italiani, per costruire una rete di supporto concreta e inclusiva.
Per raccogliere fondi da destinare all’associazione sabato 29 marzo si terrà un evento a Lozza che vedrà impegnati molti atleti che hanno scelto il crossfit come sport.

Una storia che dà forza

Olimpia ha 3 anni e mezzo, ne compirà 4 a giugno e dalla nascita convive con una rara malformazione alla gamba destra, la PFFD (Proximal Femoral Focal Deficiency). Una diagnosi che ha subito messo in moto i genitori Valentina e Mattia Rinaldi.
«Olimpia è nata con una gamba molto più corta dell’altra – spiega Valentina – I sintomi variano da bambino a bambino ma nel caso di Olimpia la testa del del femore vagava nel bacino. Una situazione grave che le impediva di camminare, anche con un tutore, e che le provocava molto dolore».

Di fronte a una realtà poco conosciuta e scarsamente trattata in Italia, hanno deciso, anche su suggerimento dei medici del nostro Paese, di cercare risposte, cure e speranze altrove.
Hanno quindi intrapreso un percorso medico che li ha portati fino a Varsavia, dove l’équipe del dottor Paley, punto di riferimento internazionale nella ricostruzione dell’anca in età pediatrica, ha effettuato un delicato intervento di otto ore sull’arto compromesso. «Siamo quindi tornati in Italia: Olimpia è stata ingessata per tre mesi – spiega ancora Valentina- L’intervento ha richiesto un secondo step nell’ agosto 2024; siamo tornati a Varsavia per rimuovere il gesso e altri dieci giorni a febbraio di quest’anno per la riabilitazione».

Ora la bambina è seguita da un programma di fisioterapia a Varese, a Velate, e da un costante monitoraggio medico. Porta una protesi che l’aiuta finalmente a camminare. L’obiettivo è chiaro: permettere a Olimpia di muoversi e vivere con la massima autonomia possibile. Un percorso lungo e complicato.

Che non è solo clinico: «Le spese mediche sono tante – spiega ancora Valentina Rinaldi – e non tutte rimborsabili: i viaggi, le degenze, visite di controllo e tutto ciò che comporta una terapia all’estero. Il servizio sanitario rimborsa le spese per un accompagnatore, ad esempio, ma quando Olimpia è stata dimessa era ingessata e doveva essere tenuta in braccio. Impossibile compiere un viaggio così da soli. Insomma, si tratta di un investimento importante, che ci ha portato a decidere di aiutare altre famiglie che si trovino nella nostra situazione, ma senza i fondi necessari per farsi curare all’estero».

È proprio da questa esperienza che nasce l’associazione SuperO ODV, con il desiderio di offrire ad altre famiglie la possibilità di accedere a cure specialistiche in Italia e all’estero, affrontando con meno solitudine e più strumenti un percorso costoso e complicato.
«SuperO si occupa non solo del sostegno economico per le cure, ma anche dell’accompagnamento psicologico dei minori e delle famiglie, di aiuto per il disbrigo di pratiche, della sensibilizzazione pubblica sul tema delle malformazioni agli arti e delle malattie rare”

Grazie alla conoscenza di altre famiglie e all’aiuto di amici, sono nate nuove sinergie, eventi e progetti. «Gli associati sono circa una ventina – spiega ancora Valentina – Ci danno una mano ad organizzare banchetti, manifestazioni per la raccolta fondi. È una rete che sta crescendo. Non abbiamo al momento uno spazio fisico, ma i genitori che avessero bisogno di contattarci possono far riferimento al nostro sito: rispondiamo a email e al telefono ogni giorno. E poi c’è l’evento del 29 marzo a Lozza: invitiamo tutti a venirci a conoscere lì».

Solidarietà e sport, a Lozza una gara di CrossFit per aiutare la piccola Olimpia

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it
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Pubblicato il 25 Marzo 2025
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