Gli studenti della media De Amicis di Busto Arsizio portano in scena Dante nell’auditorium di Gavirate
Omaggio per il Dantedì degli studenti di IIIC che hanno messo in scenz vizi e difetti dell'uomo raccolti nella Divina commedia in un viaggio che il sommo poeta compie con un suo omonimo del 21esimo secolo

Dante è sempre Dante e la sua magia non tramonta mai!
Lo sa bene la 3°C della Scuola Secondaria De Amicis di Busto Arsizio che, in occasione del Dantedì, ha messo in scena all’Auditorium di Gavirate “Mi presento: sono dante”, un simpatico ma impegnativo omaggio a Dante Alighieri.
Davanti ad un pubblico di circa 400 persone è andato in scena l’incontro fra Dante e un suo giovane omonimo dodicenne, Dante Pozzi, il quale, con la freschezza degli adolescenti del 21esimo secolo, si approccia all’ostica lingua del Trecento e alle figure più significative dell’Inferno dantesco, per scoprire che il capolavoro del Sommo poeta parla, in fondo, dei dubbi e dei difetti di ogni uomo e ha sempre tanto da insegnare, ancora oggi.
Tra una terzina dantesca e l’altra (che i ragazzi hanno memorizzato in maniera impeccabile), la classe 3C ha potuto far assaporare al pubblico la straordinaria bellezza della Commedia dantesca.
Il copione è stato interamente realizzato e interpretato dagli alunni, guidati dalla professoressa Daniela Calloni, con l’apporto del prof. D’Aloisio per la parte musicale, del prof. Meccariello per il supporto tecnico e della prof.ssa Santomarco per le scenografie e i costumi, rigorosamente realizzati con materiale di riciclo in perfetto stile green.
Presente in sala l’assessore alle politiche culturali del comune di Busto Arsizio dott.ssa Colombo, i dirigenti scolastici Stefania Bossi e Leonardo Pirrello, da poco avvicendatosi nella scuola bustocca, la dirigente scolastica Maria Grazia Barone della scuola ospitante, la prof.ssa Invernizzi, che ha coordinato l’evento.

«Complimenti agli autori ed agli attori per la messa in scena molto originale, che ha visto i ragazzi recitare Dante anche a ritmo di rap: un modo innovativo, molto vicino al linguaggio dei giovani, per imparare a memoria le terzine più note della storia della letteratura e non dimenticarle più … perché il Sommo poeta ha sempre tanto da insegnare: ad ogni età ed in ogni epoca» ha commentato la prof.ssa Calloni, congratulandosi con i propri ragazzi, che hanno dimostrato al pubblico e a sè di essere in grado di fare grandi cose e a cui augura di ambire ogni giorno al meglio, alzando lo sguardo sempre al cielo, pronti “a riveder le stelle”
Complimenti agli alunni e alle loro professoresse!
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