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I favolosi anni ’60-’80 di Busto Arsizio raccontati in una mostra all’Ite Tosi

Il progetto di public hostory portato avanti dall'associazione Noi del Tosi, insieme ad alcuni studenti, è sfociato in una bella mostra nei corridoi della scuola: "Un racconto fatto di ricordi e documenti"

ite tosi mostra

Una sirena di fabbrica ha dato simbolicamente il via alla mostra allestita all’ITE Tosi, che dal 18 al 21 marzo racconta la trasformazione economica e sociale di Busto Arsizio e del suo territorio nel periodo 1960-1990. Tra passato e futuro: prove tecniche di trasmissione è un evento di grande valore culturale e formativo, frutto del progetto di Public History promosso dall’Associazione Noi del Tosi, che ha visto il coinvolgimento attivo di studenti, ex studenti e cittadini.

L’inaugurazione ha rappresentato il momento culminante di un percorso iniziato mesi fa, in una sera piovosa di novembre, quando l’idea di raccogliere testimonianze orali, fotografie e oggetti per ricostruire la memoria collettiva ha iniziato a prendere forma. Grazie all’impegno di numerosi soci e alla collaborazione degli studenti dell’ITE Tosi, il progetto ha trasformato i ricordi in una narrazione condivisa, capace di mettere in dialogo generazioni diverse su un periodo poco conosciuto anche a causa della difficoltà di molte aziende di mantenere un archivio. Dove non sono arrivati i documenti ufficiali è arrivata la memoria dei protagonisti, gli imprenditori e i loro famigliari ma anche i lavoratori che ogni giorno timbravano il cartellino.

Dall’idea alla mostra: un percorso di riscoperta

«Il progetto che abbiamo lanciato è finalmente arrivato in porto, anzi… a scuola!» – hanno dichiarato gli organizzatori durante l’inaugurazione, tra queste una raggiante Wanna Colombo Bolla, presidente dell’associazione, che ha fatto da collante in questa esperienza che ha collegato tante e diverse generazioni. La mostra non racconta una sola storia, ma tante: le storie delle persone di Busto Arsizio e del territorio circostante, di operai, imprenditori e famiglie che hanno vissuto gli anni del boom economico e delle trasformazioni sociali.

Elide Casati, coordinatrice del progetto, ha sottolineato il valore collettivo dell’iniziativa: «l nostro intento è stato quello di creare una collaborazione tra generazioni. Questo percorso ha permesso di valorizzare e conoscere pezzi di storia delle famiglie, offrendo un momento di riflessione su ciò che lasciamo ai nostri ragazzi».

Grazie a interviste, conversazioni e alla raccolta di materiali fotografici e oggetti, la mostra diventa un’occasione per suscitare interesse e approfondimento, avvicinando i più giovani alla memoria storica della loro comunità. La mostra parte dai mezzi di trasporto dell’epoca, una Autobianchi Giardinetta fa bella mostra di sè nel cortile, insieme ad un motorino Piaggio Ciao e ad una vecchia bici, poi ci sono i portacartellini, le foto delle fabbriche, dei lavoratori e delle famiglie, gigantografie che ricordano come erano le case e gli oggetti che oggi sono scomparsi, sostituiti dalla tecnologia.

Il contributo di esperti e istituzioni

Serena Colombo ha curato l’allestimento della mostra, mentre Chiara Colombo, assessore all’Istruzione di Busto Arsizio e docente dell’ITE Tosi, ha seguito l’aspetto grafico dell’esposizione. Il vice preside dell’istituto, Paolo Vittorio Ferrario, ha voluto sottolineare il significato più profondo dell’iniziativa, citando il legame tra tradizione e innovazione: «Tradire e tradizione hanno la stessa radice, ma due significati diversi. Tradizione significa dare a una persona amica ciò che hai di più prezioso. Con questa mostra si sta affermando la tradizione della civiltà degli anni ‘60-‘80».

Un tema centrale dell’esposizione è l’identità della comunità di Busto Arsizio, con particolare attenzione al ruolo delle donne, sia in casa che in fabbrica, e al fenomeno dell’immigrazione da Veneto, Mantovano e Sud Italia, che ha contribuito alla crescita del territorio.

Itinerari in città e partecipazione attiva

Oltre alla mostra all’interno della scuola, il progetto si estenderà anche alla città grazie agli itinerari curati da Jessica Lombardo, che accompagnerà i partecipanti alla scoperta dei luoghi simbolo della trasformazione economica e sociale di Busto Arsizio. Il primo itinerario è previsto per domenica 23 marzo.

L’evento rappresenta un’opportunità unica per studenti e cittadini di riscoprire il passato prossimo della loro comunità, attraverso un’iniziativa che coniuga storia, educazione e partecipazione attiva. La mostra è aperta al pubblico su prenotazione per tutta la settimana, e vedrà la presenza di testimoni diretti di quel periodo, pronti a guidare i visitatori in questo viaggio nella memoria collettiva.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 17 Marzo 2025
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