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Il conventino di Busto Arsizio crolla e la sovrintendenza non molla: “Rischiamo di rimetterci 6,5 milioni”

Il recupero coi soldi del Pnrr va avanti a rilento a causa dei troppi vincoli e Il sindaco Antonelli sbotta: "Non è mica il Colosseo. Non possiamo mettere a rischio chi ci lavora"

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Muri marci, travi che potrebbero crollare da un momento all’altro sulla testa degli operai che vorrebbero salvarlo, 6,5 milioni di fondi Pnrr per fare sette appartamenti di emergenza e spazi per il terziario, un sindaco preoccupato e una sovrintendenza che non fa muovere nemmeno un mattone. Un crollo c’è già stato nelle scorse settimane ma si è verificato mentre gli operai che ci stanno lavorando erano in pausa pranzo.

È il rebus conventino di via Matteotti a Busto Arsizio, l’opera inserita tra quelle da rigenerare coi fondi dati all’Italia dall’Unione Europea nell’ambito del progetto Next Generation EU dopo la pandemia da Covid dove ogni giorno gli operai dell’impresa che ha vinto l’appalto rischiano grosso per cercare di salvare un luogo storico, sicuramente, ma che per decenni è rimasto nell’abbandono più totale alla mercè degli eventi atmosferici.

Oggi il sindaco Emanuele Antonelli ha voluto parlare chiaro mentre con una mano mostrava quanto fossero marci i muri che la sovrintendenza vuole salvare: «Dai. Non è mica il Colosseo». Ce l’ha con l’ente che protegge i luoghi considerati patrimonio artistico e culturale già da tempo: «Prima i lampioni di Richino Castiglioni, poi i capannoni delle Officine Valsecchi di Sacconago (per i quali il Comune ha dovuto stanziare 160 mila euro per la messa in sicurezza, ndr), ora col Conventino si sta superando il limite. A causa di tutte le prescrizioni che sono state fatte rischiamo di perdere i fondi perchè di questo passo non riusciremo mai a finire i lavori entro la data prestabilita».

Il sindaco chiede pubblicamente maggiore elasticità «perchè altrimenti mi trovo costretto a scegliere se proseguire coi lavori o lasciare che l’edificio crolli. Già l’idea di spendere tutti questi soldi per un edificio che è sostanzialmente un rudere mi fa impazzire, figuriamoci se devo stare dietro a chi ritiene un’opera d’arte qualsiasi edificio che ha più di 80 anni».

Non solo, il sindaco rivela anche che sta valutando con la giunta e l’ufficio legale quali strade intraprendere nel caso in cui si verifichi un danno erariale per non aver concluso in tempo i lavori: «Se ci devono rimettere i miei cittadini allora non ci sto davvero più».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Marzo 2025
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