Lunedì 17 marzo torna a riunirsi la Commissione Aeroportuale di Malpensa per decidere sulle nuove rotte
Per il fronte dei sindaci rappresentati c'è un giudizio positivo, ma ci sono criticità da risolvere. I Comitati invece chiedono uno stop

Torna a riunirsi la Commissione Aeroportuale di Malpensa, che deve esaminare lo scenario della sperimentazione delle nuove rotte, un tema molto discusso sul territorio: la commissione si riunirà lunedì 17 marzo alle 11 del mattino. E anche i comitati si fanno sentire per fare pressione.
Il punto di partenza è il rinvio nell’ultimo scorcio del 2024.
«Come sindaci abbiamo espresso un giudizio complessivamente positivo, ma con alcune criticità da approfondire e rispetto a cui vogliamo trovare soluzioni» dice Stefano Bellaria, primo cittadino di Somma Lombardo. «Vedremo se ci saranno delle proposte. Cerchiamo di rappresentare le esigenze di tutti, che siano rappresentati formalmente o meno in Commissione», dice riferendosi all’esclusione degli enti locali del Novarese e dell’amministrazione di Golasecca (esclusioni che hanno fatto discutere). «Ricordiamo che dal 14 novembre siamo ritrovati alle vecchie rotte, questo va ribadito»
Bellaria oggi dice che lo scenario è «positivo per i decolli a Sud e Nord-Est positivo», mentre dal punto di vista del territorio permangono «alcune criticità invece su Nord-Ovest». È il “quadrante” su cui è anche più accesa la polemica di alcuni comitati – come quelli di Coarezza e Golasecca – a cui si aggiunge la critica più ampia sulla ripartizione dei decolli orientata a sostenere una crescita ulteriore del traffico.
I comitati sono fatti sentire già in queste ore: “In occasione della Commissione Aeroportuale, convocata per il 17 marzo p.v., si chiede ai rappresentanti istituzionali di esimersi dal prendere posizioni che ledano la sicurezza dell’ambiente e della salute dei cittadini come stabilito dalla nostra Costituzione e che il Sindaco di Vizzola Ticino, quale Presidente pro-tempore del CUV, indica subito l’assemblea pubblica per affrontarsi con la popolazione, come previsto dall’atto costitutivo del Consorzio CUV Malpensa”, scrive il Gruppo Territoriale “No alla Grande Malpensa”.
“Rinnoviamo ai sindaci del CUV e non CUV, facenti parte della Commissione Aeroportuale, l’invito ad una verifica non solo delle loro specifiche responsabilità in materia, ma anche delle loro competenze, abilitanti o meno, in vista della votazione del prossimo 17 marzo” scrivono invece il comitato di Varallo Pombia.
“Il contesto operativo delineato dalle opere previste nel Masterplan2035, implicherebbe una ecosostenibilità (livelli di emissioni sonore e gassose) e un livello di compatibilità sociale (criticità in relazione alla sicurezza del volo e del rischio aeronautico per il territorio) tali da imporre un obiettivo di tutela e salvaguardia: la preliminare definizione di livelli massimi di movimenti nell’arco diurno, notturno e tetto annuale dei voli. Sicuramente non l’approvazione della “sperimentazione””.
Da questo punto di vista le posizioni sono dunque incompatibili, tra le richieste dei Comitati e la linea dei sindaci, che invece valutano correttivi per arrivare all’approvazione.
Come si procederà lunedì?
«L’approvazione è all’ordine del giorno, vediamo come verranno proposte le alternative per risolvere le criticità» risponde Bellaria. «A mio avviso sarebbe equilibrato – un gesto di buon senso – che vengano poste in votazione gli scenari Sud e Nord-Est e che si prenda il tempo necessario per lo scenario Nord-Ovest. Se si procedesse ad approvazione per quadranti si può ragionare. Con le correzioni necessarie: a Sud lo spostamento di una rotta più verso Ticino per sgravare Nosate e Turbigo di parte del rumore. A Nord-Est invece occorre scaricare quanto possibile la 356 che grava su Mezzana e Arsago, quella più usata dai cargo».
Resta il “nodo” della ripartizione dei voli sul quadrante Nord-Ovest, appunto il più problematico. Rispetto a cui Somma porta prima di tutto la richiesta di rivedere la rotte 278 (già 280) che impatta su Maddalena, «una rotta che porrebbe paletti ma che si rispetta poco».
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