Quantcast

Moretti al Baff e “l’equivoco che mi ha permesso di fare altri film”

Nanni Moretti, sul palco racconta il suo approccio al cinema e la sua formazione non convenzionale, spiegando le differenze tra la produzione cinematografica di ieri e oggi, riflettendo sulla difficoltà di emergere nel settore

nanni moretti baff 2025

“Attore o regista?” Nanni Moretti ospite al Baff ammette di aver sempre voluto “fare il cinema” e di voler stare sia dietro che davanti la macchina da presa. Questo dualismo ha segnato la sua carriera, rendendolo una figura unica nel panorama cinematografico italiano.

Volevo far piangere e invece ho fatto ridere

Al pubblico, presente in massa ieri sera al Cinema Fratello Sole, ha raccontato al direttore del festival Giulio Sangiorgio, scherzando «credevo di fare film dolorosi per pochi, ho scoperto di fare film comici per molti. È questo l’equivoco che mi ha permesso di farne altri». Fondamentali per questo risultato sono stati la sua non-formazione e particolari e insolite scelte stilistiche per i tempi.

Un cinema fuori dalle convenzioni

La sua crescita artistica si è sviluppata senza una scuola formale: Moretti inizia a girare cortometraggi con il Super 8, esplorando il linguaggio filmico attraverso esperimenti e parodie. In questo contesto si sviluppa in modo naturale il suo cinema familiare, artigianale, domestico.

Inoltre, fin dagli esordi, ha distinto il suo approccio da regista il modo di dirigere gli attori. Il regista ha sempre privilegiato una stilizzazione della recitazione, il coinvolgimento di amici e parenti e l’uso di non-attori in ruoli chiave: «Cerco di capire quel non-attore e quella non-attrice che cosa possono recitare e come». Già in Io sono un autarchico i protagonisti sono non-professionisti; in Ecce Bombo Moretti il regista coinvolge amici non-attori e «l’obiettivo era aggiungere vigore ai non attori e toglierne un po’ di mestiere ai professionisti».

nanni moretti baff 2025

Dopo aver descritto la sua tecnica ha fornito altri due spunti per il pubblico in sala: «non accontentare il pubblico e sapere cosa si vuole ma soprattutto cosa non si vuole».

Nanni Moretti non ha mai cercato di prevedere i gusti del pubblico né di adattare il suo linguaggio cinematografico alle mode. Ha sempre sviluppato il suo stile, seppur in evoluzione. A titolo di esempio ha citato il suo Habemus Papam. Nel 2011, in pieno fermento per gli scandali finanziari e le polemiche sulla pedofilia non denunciata, il pubblico si aspettava un film sul presente. Lui, invece, ha scelto un’altra strada. Lo stesso è accaduto con Palombella rossa: i più attendevano un film sulla crisi di un giovane dirigente comunista, Moretti ha invece girato un’opera surreale e libera, ambientata in una piscina.

«È importante sapere cosa si vuole ma ancora di più cosa non si vuole, è importante formare un senso critico» – ha affermato. Ecco Moretti sa di non amare il doppiaggio, per questo nei suoi film si ritorna alla presa diretta. Suggerisce che la valutazione non deve riguardare solo le scene in senso stretto, ma anche la musica e i costumi.

Differenze tra ieri e oggi

«Oggi un ragazzo o una ragazza con una piccola telecamera può iniziare a girare e imparare facendo» ha detto Moretti, evidenziando la semplicità di mostrare le proprie prove, sempre più fruibili. Ai tempi di Moretti, invece, il percorso era più tortuoso: il Super 8 non aveva il negativo.

L’analogia invece tra i tempi degli aspiranti registi di oggi e quelli di Nanni Moretti rimane la difficoltà di essere prodotti. «Non me la sono presa con il sistema cattivo che non mi capiva, con l’industria cinematografica che era contro i giovani» ha ricordato il regista, «ho scelto di fare in proprio». Al pubblico in sala ha poi spiegato che Io sono un autarchico è un film a basso prezzo, ma per essere un film in Super 8 si può dire essere stato comunque costoso.

nanni moretti baff 2025

Il cinema preferito di Moretti

È il cinema d’autore degli anni ’60 ad aver influenzato profondamente lo stile di Moretti. I primi film di Polanski e il cinema che riflette su sé stesso e sulla realtà lo hanno formato, contribuendo a delineare il suo linguaggio cinematografico. Pellicole come “La Cina è vicina”, “I sovversivi” e “Un uomo da bruciare” non erano film popolari all’epoca, ma hanno seminato le basi per il cinema d’autore che sarebbe venuto dopo.

Nanni Moretti continua a essere un punto di riferimento del cinema italiano, con uno stile inconfondibile e una visione sempre personale. La sua carriera dimostra che il cinema può essere un percorso di libertà e autenticità, al di fuori delle mode e delle aspettative del mercato. Salutando il pubblico di Busto Arsizio ha concluso dicendo che “chi non va al cinema non sa cosa si perde!”

di
Pubblicato il 31 Marzo 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore